Società

INDECISO
UN ELETTORE SU TRE

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(WSI) – Ci si avvia alla fase finale della campagna elettorale 2006. In teoria, guardando i sondaggi, l’Unione potrebbe dirsi tranquilla considerando che pressoché tutti gli istituti di ricerca la danno in vantaggio sulla Cdl sia alla Camera che al Senato. In realtà, però, l’alto e persistente numero di indecisi (l’area grigia ammonta a circa il 29% dell’elettorato) rende lo scenario ancora piuttosto fluido, aperto a possibili sorprese.

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Se infatti è vero che il recupero del centrodestra si è arrestato, è altrettanto vero che aveva coinciso sostanzialmente con il momento in cui la comunicazione unionista subiva la massima potenza di fuoco dell’offensiva radio-televisiva berlusconiana. Oscurando i temi forti della campagna di Prodi (caro vita, scuola, trasporti, tutela della maternità etc) e concentrando su di sé i riflettori (picchiando ad esempio sul caso Unipol), Berlusconi per un tratto di campagna è riuscito a reiterare lo schema del 2001, che sancì – «complice» la Rai-tv e i videocomici di «sinistra» – il suo trionfo. Ma non appena l’Unione è riuscita a riprendersi l’agenda setting sui suoi cavalli di battaglia, ecco che il recupero si è fermato.

Insomma per Berlusconi non sarà facile lo sprint finale: se sceglie l’opzione rassicurante/istituzionale perde la capacità di dettare l’agenda e di condizionare il competitore Prodi; se alza i toni e punta sull’estremismo verbale, si tramuta in un fattore di destabilizzazione (anche per i suoi alleati) e spaventa gli elettori indecisi. Tanto più che ormai lo scomodo ruolo di campione antiberlusconiano sembra esserselo accaparrato Diego Della Valle, togliendo dall’impaccio il centro sinistra. Prodi e compagni hanno quindi tutto l’interesse a consolidare la strategia rassicurante ma ferma impostata fin qui. Sinistra radiotelevisiva e Moretti permettendo.

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