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(WSI) – La banca centrale svedese ha abbassato il tasso dal 2 per cento allo 1,5 per fronteggiare la deteriorata situazione economica. Ciò ha posto subito la questione d’una analoga mossa della Banca centrale europea, il cui tasso è, anch’esso, al 2. Infatti l’economia svedese è in difficoltà, perché l’eurozona sua principale cliente versa in difficoltà.
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Sembrerebbe logico, per la Bce, adottare la linea della Riksbank. E il ministro tedesco dell’economia Wolfgang Clement lo ha sostenuto, affermando che la decisione svedese mostra che è possibile, per una banca centrale, operare a sostegno della politica economica generale senza violare i suoi obiettivi di stabilità dei prezzi. Una osservazione sensata, formulata rispettando l’autonomia della Bce. Certo, in Svezia l’inflazione è solo allo 0,5 per cento, in quanto essa fruisce al massimo dei benefici del commercio internazionale, tenendo i piedi in due scarpe, nell’unione europea e nel mercato mondiale.
Nell’euro zona l’inflazione è invece sull’1,9 per cento. Ma l’obiettivo di stabilità monetaria europea, per la Bce, è ora fissato fra il 2 e il 2,5 per cento. Inoltre non è detto che una maggiore crescita generi maggiori pressioni inflazionistiche, secondo le vecchie dottrine monetariste. L’esperienza degli Usa dimostra l’opposto. La crescita sostenuta ha generato una riduzione dei protezionismi corporativi e delle resistenze alle ristrutturazioni. E la maggior flessibilità riduce gli stimoli inflazionistici.
Una lezione per la Bce. Invece si sono avute reazioni negative, da parte di tre membri del direttorio della Bce: l’austriaco Klaus Liebscher, il finlandese Erkki Likkanen e il francese Christian Noyer. Questi ha addirittura definito come “pazzesca” la riduzione del tasso.
Una volta la Bce parlava solo con la voce ufficiale del governatore. Poi si è sentita anche quella del tedesco Otmar Issing, il monetarista di ferro, che dirige le ricerche economiche. Ora abbiamo le esternazioni a ruota libera dei membri del direttorio. Con il risultato di fluttuazioni dei corsi dell’euro e dei bund. Se vuole seguire il monetarismo severo, il direttorio della Bce farebbe bene a seguire la regola dell’austerità anche con riguardo alla parola.
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