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(WSI) – Adesso è ufficiale: i vertici della Popolare di Lodi sono sotto inchiesta. L’amministratore delegato Gianpiero Fiorani e il presidente Giovanni Benevento sono stati iscritti nel registro degli indagati per la scalata all’Antonveneta. Dopo una giornata di indiscrezioni, la Procura ha confermato le voci che si sono rincorse per tutto il pomeriggio di martedì. Fiorani sarà interrogato a metà la prossima settimana, mentre la data del «faccia a faccia» con Benevento deve ancora essere fissata.
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Intanto, nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha acquisito nuovi documenti nelle sedi della Bpl e delle società di Emilio Gnutti. A piazzale Clodio si precisa che i numeri uno e due dell’istituto lodigiano (oggi Banca Popolare Italiana) sono indagati per un «atto dovuto». Ma non si nasconde che l’incontro con Fiorani è considerato «fondamentale» per gli sviluppi dell’inchiesta. Ostacolo all’attività di vigilanza è il reato che il procuratore aggiunto Achille Toro e il pm Perla Lori ipotizzano nei confronti dell’ad e del presidente della banca. L’accusa è legata ai rilievi mossi dalla Consob a maggio, dopo i due esposti presentati dalla «rivale» AbnAmro: in quell’occasione, la commissione guidata da Lamberto Cardia ha deliberato che la Popolare di Lodi ha agito, almeno dal 18 aprile, di concerto con altri soci dell’Antonveneta (in particolare con Gnutti, con i fratelli Fausto, Ettore e Tiberio Lonati e con Danilo Coppola) in un patto parasociale «rilevante ma non comunicato, né pubblicato, né depositato». L’accordo segreto ha superato il 30 per cento del capitale dell’Antonveneta, soglia oltre la quale la legge impone l’Opa sull’intero capitale della banca scalata. Ieri Fiorani si è recato in via Nazionale: la visita, secondo alcune fonti finanziarie, sarebbe legata proprio al complesso caso Antonveneta.
A rispondere alle domande dei magistrati romani sarà per primo Francesco Frasca, il direttore centrale della Vigilanza di Bankitalia accusato di abuso d’ufficio. L’interrogatorio è previsto per oggi pomeriggio, anche se non si può escludere un rinvio dell’ultimo momento poiché il difensore del dirigente, Franco Coppi, è impegnato nel processo alle Br per l’omicidio di Massimo D’Antona. La Procura ipotizza alcune irregolarità nei controlli di Via Nazionale sulla Bpl durante la scalata ad Antonveneta. Ma la Commissione europea sarebbe pronta ad accettare la tesi di Bankitalia, che sostiene di non aver aiutato la Popolare di Lodi. Se la conclusione sarà questa, l’istituto guidato da Antonio Fazio avrà segnato un punto a suo favore.
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