NEW YORK (WSI) – L’attesa estensione Canale di Panama, fino a oggi responsabile del 3% del commercio mondiale, è stato inaugurato ieri con la prima nave commerciale che è entrata. Una delle società del consorzio dei realizzatori del progetto, Grupo Unidos por el Canal, è l’italiana Salini Impregilo.
Il titano delle opere infrastrutturali, ha fatto sapere che la nave, La Baroque, una bulk carrier da 64mila tonnellate di stazza, lunga 255 metri e larga 43 è arrivata con successo a Panama, sul versante Atlantico, dopo aver toccato i porti di Shanghai, Gibilterra e Baltimora negli Stati Uniti. L’allargamento del canale avrà importanti conseguenze nelle attività commerciali mondiali.
L’imbarcazione ha avviato nelle chiuse del settore Atlantico i test di navigazione e il training per gli operatori del canale, prima dell’inaugurazione ufficiale prevista per il 26 giugno. A essere coinvolti nel traffico commerciale tramite il canale d’acqua sono 150 nazioni e 1.700 autorità portuali.
Carico triplicato, ma ci sono dei limiti
Questi numeri sono destinati a salire ora che la capacità è stata raddoppiata e il carico triplicato. D’ora in avanti attraversare il canale richiederà solamente 8-10 ore di tempo. Il mega investimento, partito nel 2009, è stato nel complesso pari a 3.300 milioni di euro.
Sul sito di Salini Impregilo, che ha realizzato i lavori al Canale di Panama insieme alla spagnola Sacyr, alla belga Jan De Nul e alla panamense Cusa, è possibile consultare una galleria di video e foto dello storico evento. Quelli che non vengono citati sono alcuni limiti del progetto, che si frappongono nel nuovo modello di transito delle merci:
- i porti orientali non sufficientemente capienti, almeno nell’immediato;
- si presenterebbe la necessità d’investire in container supplementari, per far fronte al traffico marino in aumento, che allunga i tempi di 1-2 settimane;
- infine le navi che transiteranno dai porti della costa orientale stanno diventando ancora più capienti di quelle che potrebbe far transitare il nuovo canale di Panama.
Il contractor, che punta con sempre maggiore insistenza al mercato del continente americano, non è la sola azienda italiana ad aver partecipato al progetto. Cimolai per esempio si è incaricata della forgiatura delle paratoie delle chiuse, il Gruppo Trevi ha partecipato alle trivellazioni, mentre Selex del gruppo Leonardo-Finmeccanica ha lavorato ai sistemi elettronici di controllo. All’ambizioso e faraonico progetto hanno partecipato anche Mapei e la Sc Sembenelli Consulting.
Stando agli obiettivi del piano industriali di Salini Impregilo, i ricavi provenienti dall’area geografica americana raggiungeranno il 20% nei prossimi anni, un incremento netto rispetto al 3% del 2015.