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(WSI) – Non è nemmeno partita e la scalata alla Lazio è già finita in tribunale. La procura della Repubblica di Roma ha infatti aperto un fascicolo (modello 44 contro ignoti) per l’ipotesi di reato di aggiotaggio e manipolazione del mercato in merito al tentativo di scalata da parte di un gruppo ungherese alla società di calcio S. S. Lazio.
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Il pm romano Giovanni Ferrara, prima di ulteriori mosse, è in attesa di ricevere le conclusioni dell’istruttoria avviata la scorsa settimana dalla Consob relativa agli accertamenti svolti sul gruppo farmaceutico rappresentato nella trattativa da Giorgio Chinaglia, vecchia gloria del calcio biancazzurro, che mira a rilevare quote di maggioranza della Lazio, ma che, pur avendo di fronte una società scalabile, non ha lanciato alcuna Opa. D’altro canto, Claudio Lotito, azionista di riferimento, continua a difendere il suo ruolo e a raccontare ai magistrati di minacce alla sua persona, di gente non identificata che vorrebbe togliergli il club.
Nel mezzo, un titolo Lazio strattonato fra veleni e polemiche e che ha subito rialzi anche del 38 per cento proprio alla luce delle uscite di Chinaglia. Sbalzi improvvisi che hanno portato la Consob a chiedere spiegazioni ai protagonisti e parte dei piccoli investitori a rivolgersi proprio all’organo di controllo di Piazza Affari per far chiarezza sull’esistenza o meno di accordi non espliciti tra diversi azionisti della stessa Lazio, in particolare tra l’azionista di riferimento Claudio Lotito ( che detiene il 29,8 per cento della società) e suo suocero Roberto Mezzaroma che detiene una quota del 14,6 per cento. La Consob lo scorso 16 marzo ha quindi ascoltato in audizione Giorgio Chinaglia rappresentante del gruppo finanziario ungherese. Un’audizione abbastanza movimentata visto che è stata anche accompagnata da un sit in di solidarietà da parte degli ultrà, che da tempo contestano Lotito. All’esterno degli uffici di via Martini decine di tifosi hanno mostrato striscioni pro Chinaglia: « Consob, trasparenza e chiarezza stavolta non si scherza » e « Chinaglia, il popolo ti ama » . Mentre all’interno del palazzo l’ex centravanti ha tenuto a precisare di non aver mai acquistato alcun titolo azionario emesso dalla S. S. Lazio. Per due motivi: primo, il netto rifiuto di Lazio Events a valutare l’ipotesi di instaurare qualsiasi trattativa. Secondo, le pubbliche dichiarazioni rese dal secondo azionista della S. S. Lazio, Roberto Mezzaroma, di non prendere alcuna decisione previa consultazione con l’azionista di riferimento. Gli sceriffi della Borsa ieri hanno comunque sospeso il titolo e nei primi giorni della prossima settimana manderanno un rapporto agli inquirenti sull’iniziativa di Chinaglia, che nel frattempo ha depositato in via cautelativa un esposto contro ignoti.
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