(WSI) – L’ inflazione ha sempre avuto un’accezione negativa nel panorama economico, poiché indica un incremento di prezzi dei beni di consumo e dei servizi nonché una riduzione del potere d’acquisto della moneta. Oggi, per rispondere alla crescente domanda di strumenti di copertura da parte della clientela retail , sono sempre più gli strumenti finanziari indicizzati all’inflazione utilizzati dalle banche d’investimento. Due di questi, in particolare, sono in grado di offrire una protezione contro l’eventualità di un rialzo dell’inflazione da qui al 2014: il certificato Inflation Protection di Banca Imi e il BTP€i.
Tra gli oltre 1700 certificati quotati sul mercato italiano, l’unico che consente di assumere una posizione rialzista sull’andamento dell’inflazione è l’Inflation Protection con Isin XS0417460093 emesso da Banca Imi con scadenza 12 marzo del 2014 ( eletto certificato dell’anno agli ultimi Italian Certificate Awards) . Il certificato emesso nel marzo scorso, avendo come sottostante il Cpi Foi ex Tobacco Unrevised Index, consente di beneficiare del rialzo dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai o impiegati al netto dei tabacchi proteggendo alla scadenza il valore nominale. L’indice sottostante è calcolato su base mensile dall’Istat ed è utilizzato per aggiornare periodicamente i valori monetari del canone d’affitto degli immobili e dell’assegno di mantenimento al coniuge separato.
L’emittente, alla scadenza, restituirà il capitale nominale di 1000 euro, quindi garantendo una protezione del 100% del valore nominale, se l’indice sottostante registrerà un valore finale, corrispondente al livello dell’indice relativo al mese di novembre del 2013, inferiore al livello iniziale di 134,70. In caso contrario, qualora l’indice sottostante si attesti su livelli superiori allo strike, la perfomance positiva dell’indice sarà amplificata con leva pari a 2,25. Il certificato è in attesa di quotazione sul Cert-X di EuroTLX, dove dovrebbe partire in negoziazione nelle prossime settimane ad un prezzo inferiore ai 1000 euro di emissione.
I buoni del tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i), sono invece titoli di Stato che forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi. Sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente sono, infatti, rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area Euro, misurata attraverso l’Indice Armonizzato dei prezzi al Consumo (IAPC) con l’esclusione del Tabacco. Questa tipologia di obbligazione permette di percepire un interesse costante in termini reali, ossia in termini di potere d’acquisto fissato al momento dell’emissione. Al fine di garantire una parità in termini di acquisto, è possibile scomporre la struttura in una quota capitale variabile e una quota interessi fissa. Nello specifico, il valore nominale del titolo non è costante, ma rivalutato per il Coefficiente di indicizzazione giornaliero. Il Coefficiente di Indicizzazione (CI) viene determinato sulla base dell’inflazione rilevata dall’IAPC dell’area Euro (ex Tabacco) e permette di adeguare il capitale nominale sulla base dell’andamento dei prezzi.
Si tratta, in conclusione, di un’obbligazione che consente di contare a scadenza sulla restituzione del valore nominale sottoscritto, anche nel caso in cui si verifichi una riduzione dei prezzi. Le cedole pagate al sottoscrittore sono di importo variabile ma in grado di garantire, per la speciale struttura dell’obbligazione, un rendimento costante in termini reali.
E’ interessante a questo punto cercare di capire quale sia il rendimento offerto dai due strumenti nei vari scenari stimati dell’inflazione futura. Mettere a confronto i due strumenti risulterebbe difficoltoso e “tecnicamente” non corretto: gli strumenti presentano infatti differenti sottostanti e differenti rischi emittente. L’ Italy CPI FOI ex Tobacco per l’Inflation Protection e il CPI FOI ex Tobacco “area Euro” per il BPT€i sono tuttavia confrontabili dal momento che essi si muovono in maniera pressoché identica essendo caratterizzati da una correlazione pari a 0,9933.
E’ quindi necessario porre l’attenzione sulla reattività dei due prodotti a movimenti dell’inflazione di breve-lungo periodo. Il meccanismo di aggiustamento del BPT€i è piuttosto complesso e si basa sul differenziale giornaliero del Coefficiente di indicizzazione pubblicato dal Tesoro, mentre l’effetto leva del 225% offerto dal certificato emesso da Banca Imi è in grado di amplificare i movimenti del sottostante in maniera più che doppia e quindi di sfruttare movimenti bruschi dell’indice sottostante. Ne deriva che ipotizzando un’inflazione costante al 2,5% per i prossimi cinque anni si otterrà una cedola media pari al 2,57% e quindi un rendimento lordo annuo del 4,31% dal BTP€i mentre dal certificato si riceverà un rendimento annuo lordo pari al 6,43% ( calcolato su un prezzo di acquisto di 990 euro, di un valore iniziale dell’indice pari a 134,70 punti e con una durata residua di 1729 giorni).
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