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IN SCENA COVERED BOND, MISSIONE CONTRO IL BTP

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(WSI) – Saranno probabilmente da 50mila euro di taglio minimo, con un rendimento di poco superiore ai titoli di Stato e rivolti soltanto agli istituzionali. Si tratta dei covered bond, che stanno per essere introdotti nel nostro Paese anche nella versione molto allettante (per chi se li può permettere) di «jumbo bond», categoria di importo superiore al miliardo di euro. Il ministero dell’Economia ha già emesso il decreto ma mancano ancora i dettagli della «normativa secondaria», appannaggio della Banca d’Italia.

I rappresentanti delle principali banche italiane (Intesa Sanpaolo, Capitalia, Unicredito, Montepaschi e Bnp-Bnl) hanno fatto il punto sull’introduzione di questo strumento durante un workshop organizzato da Assiom, l’Associazione italiana operatori dei mercati dei capitali, cui hanno partecipato anche istituzioni straniere. Le banche sono ancora in fase di studio sul tema ma alcuni punti sono già chiari: le emissioni di covered, con ogni probabilità, non avverranno sporadicamente, ma rientreranno in precisi programmi a scadenze prefissate. Rappresenteranno un valido strumento di diversificazione che si affiancherà ad altri titoli strutturati senza però soppiantarli.

Sembra probabile però che le cartolarizzazioni diminuiranno in favore dei nuovi titoli. Pochi dubbi sul fatto che i covered troveranno buona accoglienza tra gli investitori nostrani, affamati di titoli emessi da istituti esteri. «L’ultima emissione di Bnp-Paribas ha trovato un riscontro superiore alle attese in Italia», testimonia Giulio Codacci-Pisanelli, responsabile del settore del debito strutturato di Bnp-Bnl.

Resta qualche dubbio solo sui rendimenti: un covered bond rende una cedola fissa di poco superiore a quella dei Btp ma è molto meno liquido. Le ultime emissioni straniere però dimostrano che questa somiglianza di rendimento si riscontra soprattutto sulla scadenza a 10 anni mentre su quelle più corte (3 o 5 anni) il premio dei covered aumenta.

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