(Teleborsa) – Una impresa su tre in Italia si scopre innovatore, attraverso un ammodernamento dei processi è dei prodotti e di entrambi. E’ quanto emerge da un rappoirto pubblicato dall’Istat questa mattina, che vede una forte accelerazione rispetto al passato. Nel triennio 2006-2008 le imprese italiane con 10 o più addetti che hanno svolto attività di innovazione sono state 69.017, pari al 33,1% dell’universo considerato. La maggior parte di esse (il 30,7%), quelle a cui si riferisce l’analisi, ha introdotto sul mercato o nel proprio processo produttivo almeno un’innovazione (imprese innovatrici); il rimanente 2,4%, invece, è costituito da imprese con attività di innovazione che non si sono tradotte in nuovi prodotti, servizi o processi alla fine del 2008. Rispetto al triennio 2004-2006 il numero di imprese innovatrici è aumentato di oltre tre punti percentuali. A livello settoriale, il primato va all’industria, che conta un’incidenza di imprese innovatrici pari al 41,1%, rispetto al 20,3% delle costruzioni ed al 23,9% dei servizi. A livello nazionale emerge la chiara tendenza delle imprese innovatrici a innovare contemporaneamente i prodotti e i processi di produzione (oltre la metà delle imprese ha scelto questa tipologia di innovazione). Gli investimenti innovativi rivolti ai soli processi di produzione hanno interessato il 27,8% delle imprese, mentre quelli diretti ai soli prodotti-servizi hanno riguardato il 20,5%. La preferenza verso forme di innovazione congiunte di prodotto e processo rappresenta una novità rispetto al passato quando era emerso, invece, un netto orientamento a introdurre innovazioni di solo processo. Nel 2008 l’impegno finanziario complessivamente sostenuto dalle imprese per le attività innovative è stato di 28 miliardi di euro (3% in meno rispetto al 2006), per due terzi attribuibile alle imprese industriali. Riguardo alla composizione della spesa per tipo di attività innovativa, l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature ha rappresentato, in media, la quota più rilevante (39,2%); seguono le attività di ricerca e sviluppo interne (R&S intra-muros), che hanno assorbito il 34% delle risorse destinate all’innovazione delle imprese, mentre un ruolo decisamente minore spetta alle altre fonti dell’innovazione: i servizi di R&S acquisiti all’esterno (9,3%), le altre attività (in marketing connesse al lancio di nuovi prodotti e in formazione del personale) (7,1%), la progettazione industriale (6,4%) e l’acquisto di tecnologia non incorporata in beni capitali, come brevetti, licenze e servizi di consulenza (4%). Il 28,7% delle imprese innovatrici ha dichiarato di aver ricevuto nel triennio 2006-2008 un sostegno pubblico per l’innovazione proveniente, per la maggior parte (18,6%), da amministrazioni locali o regionali.
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