(Teleborsa) – Dopo la decisione di Federmeccanica di recedere dal contratto nazionale dei metalmeccanici siglato nel 2008, la CGIA di Mestre ha verificato i numeri e le conseguenze che questa decisione avrà su tutto il mondo imprenditoriale del settore. Dall’analisti è emerso che a fronte di poco più di 120.000 imprese dell’industria metalmeccanica presenti sul territorio nazionale, quasi 60.000 sono aderenti a Federmeccanica (precisamente 59.894), l’altra metà non lo è. Inoltre, tra le non iscritte, una piccolissima parte fa riferimento al contratto della piccola industria che non vede tra i firmatari l’organizzazione di viale dell’Astronomia. Insomma, la decisione presa ieri dal direttivo di Federmeccanica avrà una ripercussione importante, a partire dal 2012, anche per una gran parte di quelle 60.000 imprese che, pur non obbligate per legge, applicano ai propri dipendenti il contratto nazionale dei metalmeccanici, anche se non iscritte a Confindustria. “Anche se quasi un’azienda su due subirà questa decisione presa da un’organizzazione che non la rappresenta – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – le aziende di Federmeccanica danno comunque lavoro ad oltre l’82% degli occupati del settore. Infatti, su poco più di 1.959.000 lavoratori del settore metalmeccanico, 1.624.600 sono alle dipendenze di imprese aderenti a Federmeccanica. Inoltre, non va nemmeno dimenticato che la gran parte delle aziende industriali non iscritte a Federmeccanica, applica comunque il contratto nazionale, poichè lavorano in subfornitura proprio per le medie e grandi aziende metalmeccaniche di Confindustria”.
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