Società

Impresa chiude? Una citta’ si mobilita per aiutare chi ha perso il posto

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New York – A Ginevra, una delle citte’ piu’ ricche della Svizzera, non capita spesso. Dev’essere per questo motivo che negli ultimi giorni ha fatto molto parlare la chiusura di uno stabilimento della multinazionale Merck-Serono, che ha provocato l’improvvisa perdita del posto di lavoro per migliaia di dipendenti.

La differenza con quanto accaduto in Italia con la chiusura, ad esempio, delle fabbriche Fiat di Termini Imerese, in Sicilia, e’ che la citta’ si e’ subito mobilitata per aiutare chi da un giorno all’altro si e’ trovato senza un impiego. Come? Mettendo in piedi una cellula di crisi per tutto il cantone situato sulla punta sudoccidentale del Lago Lemano. Il cantone di Ginevra ha gia’ annunciato che non proporra’ alcuna misura fiscale per rabbonire il colosso di assistenza medica.

Da parte sua il sindacato Unia, nonostante i lavoratori che rimarranno senza impiego non siano iscritti all’associazione, ha organizzato una riunione davanti alla sede di Merck Serono durante la quale ha distribuito delle informazioni utili al personale licenziato.

La situazione a cui deve far fronte il cantone di Ginevra e’ complicata e inedita. Come spiegato dal consigliere di Stato François Longchamp, incaricato dal dipartimento della solidarieta’ dell’impiego (DSE), non era mai accaduto che un numero cosi’ alto di lavoratori fosse licenziato in un colpo solo. Inoltre il loro profilo e’ atipico e superspecializzato. Non ci sono operai e nemmeno personale di produzione, ma sopratutto ricercatori di laboratorio.

Mille duecento cinquanta dipendenti della sede di Merck Serono sono stati informati martedi’ della decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento da qui al primo semestre del 2013.

Alla luce dei fatti, certe dichiarazioni assumono tutto un altro significato a qualche anno di distanza. Dopo l’acquisto di Serono, l’ex direttore della multinazionale svizzero-tedesca appena nata, Elmar Schnee (che ha lasciato il 31 dicembre 2010), ha osservato: “In Svizzera si puo’ licenziare facilmente i propri collaboratori, mentre in Germania e’ quasi impossibile”.

Quattro anni fa garantiva le migliori retribuzioni di tutta Ginevra, dove i livelli di stipendio sono molto alti in tutti i settori, anche in considerazione del fatto che il minimo salariale e’ pari a 4.000 franchi, equivalenti a 3.200 euro.

Dopo la controversa chiusura di Termini Imerese, gli altri stabilimenti dove si fabbricano auto Fiat a rischio sono Pomigliano, Melfi, Mirafiori, Cassino. Chissa’ se i comuni si metteranno all’opera per prepararsi ai licenziamenti. In particolare dovrebbe stare sull’allerta Fassino, sindaco di Torino, in quanto la fabbrica Mirafiori Sud viene considerata l’anello debole della catena di produzione. Marchionne ha gia’ ventilato l’ipotesi di chiudere la fabbrica del capoluogo piemontese.

Per contattare l’autore: Twitter @neroarcobaleno