Società

IMPREGILO, PROBLEMI
PER I BOND

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Rabbia, stupore, amarezza e poca serietà nella comunicazione dei provvedimenti. Sono queste le parole che circolavano ieri nell´entourage della famiglia Romiti per descrivere il blitz del pm Walter Mapelli negli uffici dell´Impregilo. Un´incursione preparata da tempo e più volte rimandata dal magistrato che per primo ha indagato sulla Cirio di Sergio Cragnotti.

I nomi di spicco ai vertici di Impregilo consigliavano prudenza e così qualche giorno prima del blitz Mapelli ha informato i responsabili del nucleo regionale della Guardia di Finanza e insieme hanno fatto di tutto per preservare l´effetto sorpresa. Ma la botta è arrivata lo stesso e non è facile da digerire. Impregilo è stata sospesa in Borsa ma la Gemina è crollata di quasi il 10%.

Certo fa impressione vedere la parabola discendente della famiglia Romiti negli ultimi dodici mesi. Da grandi editori con in mano le chiavi della Rcs e soprattutto del Corriere della Sera, liquidati a suon di milioni di euro dalla stanza dei bottoni la scorsa estate e ora impegnati a risollevare le sorti dell´Impregilo, la società di costruzioni affidata a Pier Giorgio che già da diversi mesi ha in corso un duro braccio di ferro con il sistema bancario per i sostanziosi bond che si avviano a scadenza.

Una prima avvisaglia risale proprio al periodo estivo. In piena trattativa sulla scissione della Rcs Libri dal resto del gruppo dalle banche arriva una strana proposta: in cambio di nuovi finanziamenti all´Impregilo spunta la necessità di un pacchetto di azioni Rcs in pegno. Un segnale, forse un avvertimento a non tirare troppo la corda, il vento è cambiato rispetto ai tempi in cui Cesare era sulla tolda di comando della Fiat e guidava gli imprenditori sul fronte delle battaglie sindacali.

Lo strappo in Rcs provoca una seconda rottura, forse più grave: l´allontanamento dal mondo Mediobanca. Già Vincenzo Maranghi considerava Romiti uno dei principali responsabili della sua dipartita da Piazzetta Cuccia. I suoi sostituti, Renato Pagliaro e Alberto Nagel, senza batter ciglio pagano a caro prezzo la quota Rcs di Gemina ma al contempo si tengono a debita distanza dal futuro aumento di capitale di Impregilo. E alla prima occasione utile fanno sapere al mondo della finanza che la partecipazione di Mediobanca in Gemina non è più strategica.

In poche parole vogliono lasciare i Romiti al loro destino e con un certo imbarazzo commentano le nuove iniziative di Maurizio e di Cesare. Il primo vuole creare una merchant bank per investire nelle piccole e medie imprese, il padre mira più in alto e punta a una cordata che rilevi i telefoni della Wind. Un affare da più di dieci miliardi di euro che ai più non sembra alla portata del pur sempre vigoroso Cesarone.

Ora saranno da valutare i contraccolpi dell´offensiva di Mapelli. L´aumento di capitale di Impregilo deve partire entro marzo ma il consorzio di garanzia bancario non ha ancora preso forma. Una revisione ulteriore nei conti della società non ha sciolto le riserve e la scadenza di giugno per il bond da 550 milioni è dietro l´angolo. Il faro della Consob è già acceso: ieri gli uffici di Lamberto Cardia hanno tenuto fermo per sei ore il comunicato della società in attesa di chiarimenti sulle poste di bilancio del gruppo di costruzioni. Che già più volte in passato erano state setacciate dai funzionari dell´authority anche se finora il via libera è sempre arrivato.