I prezzi per affittare un ufficio nel quartiere finanziario della capitale britannica non sono mai stati cosi’ bassi dal 1991, dopo che le ingenti perdite di posti di lavoro e un boom edilizio intempestivo hanno depresso il valore degli immobili.
Al momento nella City sono disponibili circa 855 mila metri quadrati di aree edificabili e tale cifra potrebbe aumentare di un terzo entro la fine del 2009, stando al broker immobiliare CB Richard Ellis Group. L’anno prossimo quasi il 19% degli uffici londinesi potrebbero essere vacanti, sempre secondo gli analisti della societa’ CB Richard Ellis.
“Siamo nell’occhio del ciclone”, ha detto Bryan Higgins, chief investment officer della societa’ irlandese di costruzioni immobiliari Menolly Group, che per 150 milioni di sterline, equivalenti all’incirca a $227 milioni, ha comprato l’edificio 107 Cheapside nella capitale britannica. Ma il palazzo non ha inquilini. “L’offerta supera nettamente la domanda”, ha sintetizzato Higgings.
Gli affitti scivoleranno a 40 sterline per piede quadrato entro la fine dell’anno, il livello esatto in cui si trovavano nel 1991, stando alle stime diffuse dagli analisti dalla societa’ londinese King Sturge International LLP. Nel corso del primo trimestre dell’anno i prezzi nella City sono gia’ scesi a 46.50 sterline per piede quadrato, in netto calo dai massimi di 65 sterline toccati a meta’ del 2007.
La zona della City si trova in cattive acque dopo il boom che si e’ verificato in seguito alla costruzione di oltre 10 grattacieli nell’area da 97 acri di Canary Wharf, lungo il fiume Tamigi. La City, anche nota come “il miglio quadrato” (the Square Mile) in riferimento alle sue dimensioni, ospita piu’ banche, compagnie assicurative e altre aziende di servizi finanziari di qualunque altra citta’ in Europa. Sono circa 300 mila le persone che lavorano nell’area.
Canary Wharf e’ stata fin dall’inizio percepita come una minaccia, secondo Colin Hargreaves, che affita uffici a Londra per Jones Lang LaSalle, il secondo broker nel settore immobiliare commerciale del Paese. “Si sentiva il bisogno di avere una alternativa credibile a Canary Wharf”, ha detto Martin Jepson, numero uno delle attivita’ londinesi di Hammerson Plc. Di questi tempi “c’erano problemi fondamentali enormi per le banche”, ha proseguito Jepson, facendo riferimento alle perdite creditizie record che il settore ha subito dal 2007 a oggi. “C’e’ cosi’ tanto spazio nell’area da non crederci”, ha commentato Alex Wilson, che ha lavorato come guardiano degli uffici del distretto finanziario per sei anni.
Il primo grattacielo costruito nell’area, Tower 42 al numero 25 di Old Broad Street, ha aperto i battenti nel 1980. Dieci anni piu’ tardi ha visto la luce il palazzo da 50 piani di One Canada Square, nell’area di Canary Wharf. La City ora conta circa 115 milioni di piedi quadrati di spazio libero per gli uffici, paragonato ai 15 milioni del celebre complesso finanziario di Canary Wharf, secondo Jones Lang LaSalle.
La crisi del credito ha provocato diversi ritardi nei progetti di costruzione edilizia. Esemplificativo a questo proposito il caso del “Cheesegrater”, che British Land doveva far sorgere al numero 122 di Leadenhall e che sarebbe dovuto diventare l’edificio piu’ alto dell’area, con i suoi 738 piedi di estensione. Da parte sua Land Securities Group Plc ha posticipato la costruzione della torre “Walkie Talkie”, al numero 20 di Fenchurch Street.
Ad agosto dell’anno scorso British Land, la seconda societa’ di investimento immobiliare della Gran Bretagna, ha completato la costruzione della Broadgate Tower, un grattacielo che sorge sul margine orientale della City. Ma meta’ dei 30 piani dell’edificio sono vuoti. Alla porta accanto si puo’ vedere il 201 Bishopsgate: British Land ha affittato l’85% degli uffici del palazzo, quasi interamente al gruppo attivo nella gestione di fondi Henderson Group Plc.
British Land conta di completare la torre da 586 mila piedi quadrati Ropemaker nel terzo trimestre di quest’anno. Circa il 38% del progetto e’ stato prenotato dall’istituto Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ, che pero’ non paghera’ l’affitto per i primi quattro anni.
“Ora la domanda da porsi e’ quando l’economia della City riemergera’ dai livelli attuali, con le persone che torneranno ad occupare gli spazi vacanti”, osserva Peter Damesick, capo delle ricerche in Gran Bretagna per CB Richard Ellis. “Non credo che nessuno abbia pronta una risposta a quella domanda”, ha chiosato Damesick.
Fonte: Bloomberg