Nonostante offra una vista unica sull’Oceano Atlantico e una serie di strutture extra di lusso come una cantina di vini e un umidificatore per sigari, il complesso di condonomi Caribbean a Miami Beach fino all’estate scorsa sembrava solo una delle tante vittime della crisi che ha colpito il mercato immobiliare del sud della Florida.
Ci sono state persone interessate a tutte e 103 le unita’ abitative del complesso, che comprende un piccolo edificio Art Deco completamente rinnovato e una nuova torre di vetro, ma solo 14 di loro hanno espresso l’intenzione di chiudere l’operazione. Gli altri alla fine se ne sono andati via con la caparra e la coda tra le gambe.
Il Caribbean, all’angolo tra la 37ma strada e Collins Avenue, ha portato ingenti perdite ai suoi creatori, Christa Development of Victor e Bluerock Real Estate, e al suo mutuante, Corus Bankshares di Chicago.
Allo stesso tempo, tuttavia, ha significato un buon profitto per un altro investitore nel real estate Melohn Properties, che ha assunto il controllo della proprieta’ dopo aver comprato il mutuo da Corus per $127.7 milioni, ad agosto dell’anno scorso. Melohn ha dovuto sborsare meno della meta’ del valore di facciata del mutuo, secondo quanto si legge sul New York Times.
Ci sono solo 15 unita’ immobiliari rimaste al Caribbean. Originariamente messi in vendita al prezzo di circa $1100 per piede quadrato, i condomini del complesso ora costano in media $600 per piede quadrato, con quelli al piano piu’ alto con terrazze da sogno che valgono $750. La maggior parte degli acquirenti ha pagato la quota in contanti e tutti hanno intenzione di utilizzare i condomini per se’.
Peter Zalewski, proprietario di Condo Vultures, una societa’ di brokeraggio specializzata nella vendita di unita’ in blocco, ha riferito al quotidiano newyorchese che una decina di altri investitori ha chiesto informazioni sul complesso immobiliare di Caribbean, ma che avrebbero poi preferito soprassedere. “Ora hanno tutti dei rimpianti”.
Anche se il mercato del mattone a Miami continua a navigare in acque agitate, non e’ piu’ moribondo. Stando a quanto riferito al New York Times dagli specialisti del settore, l’attivita’ e’ in ripresa, anche se gli acquirenti che hanno intenzione di vivere nelle abitazioni sono per lo piu’ interessati alle proprieta’ di lusso situate nelle localita’ migliori.
Robert Kaplan, dell’Olympian Capital Group, una banca di investimento nel real estate di Miami, fa sapere che nonostante il complesso Caribbean sia a nord della localita’ balneare di South Beach, la sua vista sull’oceano e la costruzione molto solida e affascinante lo rendono attraente.
Jack McCabe, consulente immobiliare della Florida, ha reso noto che gli affitti sono calati cosi’ tanto che un nuovo condominio da 1200 piedi quadrati potrebbe essere preso in prestito per soli $1200 al mese, meno di quanto costi ai proprietari coprire tutte le spese.
Il mini-boom non e’ molto salutare per il mercato in generale, ma il flusso in entrata di affittuari significa che downtown Miami non e’ piu’ una citta’ fantasma. Ci sono sempre piu’ luci e nuovi bar e ristoranti stanno sorgendo.
Tra i motivi della ripresa anche il fatto che sia Fannie Mae che Freddie Mac, due agenzie governative che erogano mutui, hanno allentato le restrizioni imposte, che complicava, limitandole, le attivita’ di prestito e le operazioni di acquisto.