Subito dopo il crollo del mercato immobiliare Usa, a partire dal 2007, la zona di Brickell Avenue, a Downtown Miami, sembrava essere diventato l’emblema dell’eccessiva speculazione edilizia, con una quantita’ di palazzi, anche nuovi di zecca, appena costruiti per lo più vacanti. C’erano migliaia di appartamenti nuovi vuoti. E gli italiani avevano investito molti soldi comprando case a Miami, alcuni al picco dei prezzi.
Ma adesso qualcosa sembra cambiare, scrive il Wall Street Journal, visto che la ripresa del settore immobiliare a Miami sta avvenendo molto più rapidamente che in altre citta’ del paese. I nuovi arrivati, per lo più in affitto, starebbero contribuendo alla rinascita del settore, il che contribuisce anche all’apertura di nuovi ristoranti, bar e negozi. Il che immette denaro nella sfiancata economia delle citta’, una delle piu’ provate dalla crisi dei mutui subprime.
Ormai da 2 anni la vendita di appartamenti è in ripresa, anche grazie alla “generosità” dei venditori, che sono arrivati a ridurre il prezzo di una casa di oltre il 50% rispetto al valore di mercato. Delle 22.000 nuove unità costruite dal 2003, sono appena 4.000 quelle ancora invendute, secondo Condo Vultures. Cio’ vale soprattutto nella zona di Brickell Avenue, a Downtown Miami, dove si erano verificati crolli dei prezzi fino a -50%, mentre case e appartmanrti nell’area di South Beach hanno tenuto molto meglio.
Gran parte di questi appartamenti è stata comprata da investitori stranieri, tra cui italiani, francesi, brasiliani, russi che ora hanno la possibilità di generare buoni ritorni mettendo le priprieta’ in affitto, il che offre un cash flow costante e un rendimento netto tra il 6 e il 7% al netto delle tasse. Oltre che avere la proprietà di un immobile in una citta’ tra le piu’ piacevoli d’America, dove i prezzi delle case hanno una probabilità molto piu’ altra che altrove di vedere in futuro rialzi, vista la compressione dei prezzi.
