Società

Ilva, ministro Clini: “contro di noi poteri forti e gruppi stranieri”

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Taranto – “Possiamo supporre che gruppi industriali europei ed extraeuropei abbiano buoni motivi per sperare che la nostra iniziativa non abbia successo, e certamente hanno molti strumenti per influenzare negativamente l’esito del nostro lavoro. Alleato di questi veri ‘poteri forti’ e’ nei fatti il retrobottega della politica italiana. A Taranto l’impegno del governo e’ infatti condiviso da una larga maggioranza, e spicca il ruolo del presidente della Regione Puglia Vendola. Si tratta evidentemente di una convergenza che preoccupa chi, per ragioni di bottega elettorale, ha bisogno del conflitto politico e istituzionale”.

La denuncia e’ del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che in una nota sottolinea che “in questo senso, appare comprensibile, si fa per dire, un certo accanimento a descrivere il ministro dell’Ambiente impegnato a favorire gli interessi delle imprese a scapito della salute e della protezione dell`ambiente”, aggiunge il ministro, accusando “questa disinformazione” che “si alimenta di notizie false finalizzate ad intimidire il ministro dell`Ambiente”.

“La salute e l’ambiente sono la guida per il risanamento Ilva”, dice Clini avvertendo che se “falliremo, Ilva chiuderà, l’Italia perderà l’occasione di dettare le regole del gioco” e i competitor industriali europei ed extraeuropei “faranno festa”. Per questo Clini sottolinea l’impegno del governo per lo stabilimento e per la città di Taranto, e il sostegno tra cui “spicca il ruolo del presidente della Regione Puglia Vendola”. Ma, “si tratta evidentemente di una convergenza che preoccupa chi, per ragioni di bottega elettorale, ha bisogno del conflitto politico e istituzionale”, e il ministro punta il dito contro il “retrobottega della politica italiana” che rema contro.

Il ministro affida, infatti, ad una lunga nota il quadro della attuale “questione Ilva”, divenuta archetipo di una strategia ambientale che non sia contrapposta a quella industriale e viceversa. E nella quale Clini ravvisa anche “una disinformazione che si alimenta di notizie false finalizzate ad intimidire il ministro dell`Ambiente”.

E il risanamento ambientale dell’Ilva a Taranto, le cui acciaierie rappresentano una risorsa strategica non solo per il Gruppo Riva ma anche per l’economia regionale e nazionale, si colloca in questo contesto, premette Clini sottolineando che se con la nuova Aia in corso di definizione, saranno stabiliti gli impegni e gli obblighi di Ilva ad investire per adeguare rapidamente gli impianti ai più recenti standard ambientali e tecnologici europei saranno raggiunti due importanti obiettivi.

Ovvero “la salvaguardia dell`ambiente e della salute, insieme al consolidamento del ruolo industriale del più grande centro siderurgico europeo”; e “la realizzazione di un precedente nella Ue per tutti i competitori europei di Ilva, che saranno costretti ad adeguarsi altrettanto rapidamente a standards che attualmente non s no né applicati né rispettati negli stabilimenti siderurgici europei”. Ma – avverte il ministro dell’Ambiene – “se invece falliremo, l`Italia perderà la grande occasione di dettare le ‘regole del gioco’, a livello europeo ed internazionale, per la sostenibilità di un grande settore industriale”.

“Ilva – aggiunge – sarà costretta a chiudere e, mentre i competitori europei ‘faranno festa’, ricadranno sulle spalle delle istituzioni e della spesa pubblica i conseguenti problemi sociali ed ambientali”.Il ministro non risparmia critiche al ‘sottobosco’: “Possiamo supporre che gruppi industriali europei ed extraeuropei abbiano buoni motivi per sperare che la nostra iniziativa non abbia successo, e certamente hanno molti strumenti per influenzare negativamente l`esito del nostro lavoro”, avvertendo che “alleato di questi veri ‘poteri forti’ è nei fatti il retrobottega della politica italiana”.

Clini ricorda che oggi sarà a Taranto “per dialogare con le associazioni ambientaliste, incontrare i custodi nominati dalla Procura della Repubblica, accertare l`impegno dell`impresa ad investire per il risanamento ambientale degli impianti” e “per confermare a tutti l`impegno di concludere l`istruttoria per la nuova Aia entro il 30 settembre”.

Il ministro, ricorda in primis che “la strategia dello sviluppo sostenibile della Ue assegna alla protezione dell`ambiente il ruolo di forza trainante della crescita e della competitività dell`economia europea”. In particolare – spiega – la direttiva europea per la prevenzione ed il controllo dell`inquinamento – che ha introdotto l`Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) delle attività industriali, prevedendo esplicitamente l`obbligo per le imprese di utilizzare le migliori tecnologie disponibili al fine di ridurre in modo significativo l`impatto ambientale delle produzioni – “è l`applicazione concreta di questo principio guida ed è la negazione dell`idea che la strategia ambientale sia diversa, e magari contrapposta a quella industriale”.

Ma questo “è il contrario di quella che è stata sin qui l’ispirazione prevalente della politica ‘green’ italiana, più caratterizzata dall`esercizio del potere di interdizione che da proposte positive per la crescita sostenibile”.