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(WSI) –
A partire da oggi si aprono due settimane di passione (e di tormenti) per i mercati finanziari e per le economie delle due principali aree del mondo, quella americana e quella europea. A parte lo stato d´animo degli operatori e degli investitori, grandi e piccoli, tutti scossi dalle recenti vicende innescate dalla crisi dei presti subprime (fatti a gente che pochi mezzi), sono in calendario appuntamenti cruciali.
Mercoledì, ad esempio, verrà pubblicato il Beige Book della Federal Reserve, cioè l´autorevole rapporto della banca centrale americana sull´economia degli Stati Uniti. E sarà curioso leggerlo. La Fed, infatti, si trova al centro del tornado, ma anche in una posizione paradossale. Con una sola mossa, il ribasso dei tassi di interesse, potrebbe gettare una grande secchiata d´acqua gelida sull´incendio che si è acceso (l´appuntamento per questo è fissato per il 18 settembre).
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Ma se decidesse di abbassare i tassi in questo momento, si attirerebbe molte critiche. Perché, di fatto, andrebbe al salvataggio di quelle banche d´affari e di quei brokers che hanno messo in piedi l´enorme pasticcio dei crediti subprime e delle obbligazioni strutturate.
Il ribasso dei tassi di interesse, infatti, sarebbe come una delle tante amnistie italiane. Tutti a casa, tutti salvi (più o meno) e nessuno che paga per quello che è successo. Sarebbe come un condono fiscale per gli evasori. E quindi la Fed finora ha evitato di arrivare a tanto.
Però potrebbe cambiare strategia. Potrebbe dire, ad esempio, che la situazione dell´economia americana si è molto aggravata nelle ultime settimane e che quindi serve un ribasso nel costo del denaro, non per salvare i disgraziati che hanno innescato la crisi finanziaria attuale, ma per tenere in piedi l´economia e le industrie. Molti sostengono che mercoledì sera nel Beige Book ci sarà appunto questa tesi. Le cose vanno male e quindi bisogna tagliare il costo del denaro. Insomma, molti sospettano che mercoledì la Federal Reserve farà capire che sta per fare un condono, ma solo perché serve all´interesse generale.
Il giorno dopo tocca alla Banca centrale europea. Ma qui la cosa è più facile. In teoria, la Bce avrebbe dovuto alzare il costo del denaro di 25 basis point, come è noto da mesi. In realtà sono tutti convinti che la Bce, non sapendo bene che pesci pigliare, non farà nulla e rinvierà tutto di un mese, sperando che a ottobre la situazione sia più chiara.
Di fatto così la Federal Reserve americana resterà con il cerino in mano e il 18 settembre dovrà decidere: o taglia netto il costo del denaro (e salva tutti, briganti e innocenti) oppure resiste e va in guerra con la Casa Bianca (che vuole disinnescare la bomba subprime), le grandi banche d´affari e il mercato in generale.
Si capirà qualcosa, comunque, nelle giornate che vanno dal 12 al 14 settembre. In quei tre giorni, infatti, «riportano» (come si dice in gergo) le tre maggiori banche d´affari americane. Dovranno fornire al mercato, cioè, i conti del secondo trimestre e le previsioni per il terzo (il trimestre del disastro). Secondo gli esperti, già nei conti del secondo trimestre faranno la loro comparsa (a danno dei profitti) vistosi accantonamenti «per rischi vari». Le previsioni per il terzo trimestre, poi, dovrebbero essere molto al ribasso.
Insomma, dai conti di quelle tre banche si dovrebbe cominciare a capire quanto è grande questa crisi. Poiché si parla di cifre imponenti, è difficile che i mercati facciano festa. Ma proprio quattro giorni dopo tocca alla Fed riunirsi per decidere sui tassi. Avrà il cuore di tenere duro di fronte a una possibile tempesta finanziaria e borsistica? O tirerà fuori il ribasso dei tassi, cioè il condono generale?
Si potrà anche vedere se qualcuno, alla fine, pagherà per questo disastro. Finora solo la società di rating Standard and Poor´s ha spedito a casa il proprio capo. Tutti gli altri colpevoli, banchieri (centrali e d´affari), revisori, certificatori, analisti, ecc., sono al loro posto. Remunerati a colpi di milioni di dollari e, sembra, inamovibili.
Fare del moralismo spicciolo è sempre un po´ sospetto. Ma di fronte alla vastità della crisi che è esplosa servirebbero urgentemente nuove regole (che impediscano il ripetersi di cose del genere), accompagnate da sei-sette licenziamenti esemplari. Ma forse resteranno tutti al loro posto. Magari si nominerà una pigra commissione per capire che cosa è successo davvero.
A meno che la crisi non cresca in misura esponenziale nei prossimi giorni, obbligando tutti i responsabili a comportarsi, finalmente, in modo davvero responsabile. A fare, insomma, un po´ di pulizia nella finanza internazionale.
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