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IL RALLY
E’ ALLE SPALLE

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Per i gestori interpellati da Morningstar, i listini mondiali si muoveranno attorno agli attuali livelli nei prossimi sei mesi. Fa storia a sé il Giappone, che beneficia del boom asiatico. Posizioni corte sui bond, mentre l’euro è visto in fase di stabilizzazione.

Dopo un anno di rialzo dei mercati internazionali, con l’indice Msci World cresciuto del 33% (in euro), i gestori, interpellati da Morningstar nel consueto sondaggio sul futuro dei mercati nei prossimi sei mesi, condotto tra le case di investimento che operano in Italia, ritengono ci sarà una pausa di consolidamento, prima che la corsa riprenda. Negli Stati Uniti, le valutazioni incorporano già la crescita economica, mentre in Europa sono ancora attraenti, ma pesa la forza della moneta unica. Il quadro più favorevole è in Giappone, dove la Borsa può beneficiare dalla forte espansione asiatica e delle riforme volte a risolvere i problemi strutturali del Paese.

Il sondaggio è stato condotto tra il 3 e il 10 marzo, quindi prima della strage di Madrid che ha fatto ripiombare le Borse nell’incubo del terrorismo. Tra le 32 società di gestione partecipanti, l’atteggiamento dominante è la prudenza, come testimonia il fatto che la liquidità nei portafogli bilanciati è piuttosto elevata, compresa tra il 10 e il 20%.

Borse avanti, ma a passo lento. Per i gestori, difficilmente si ripeterà il rally degli ultimi dodici mesi, ma più probabilmente i listini si muoveranno intorno agli attuali livelli o cresceranno in modo modesto. Rispetto al passato, esistono forti disparità tra le previsioni dei manager per le diverse aree geografiche. Secondo l’87,1% dei gestori, la Borsa giapponese continuerà a salire nei prossimi sei mesi, spinta dalle esportazioni, in particolare verso la Cina, dai consumi interni e dalle ristrutturazioni aziendali. Ben distanziati i mercati europei, che cresceranno per il 71% degli intervistati, e ancor di più Wall Street, vista in ascesa dal 58,1% dei fund manager, mentre rispettivamente il 22,6% per l’Europa e il 35,5% per gli Usa prevede ci sarà una stabilizzazione.

I mercati europei sono sostenuti dalle valutazioni attraenti rispetto alle altre Borse sviluppate e dall’abbondante liquidità che si orienta verso l’investimento azionario. Inoltre, la produttività è considerata in aumento e sono attese delle sorprese positive sul fronte degli utili aziendali. In Eurolandia, le principali incognite riguardano la sostenibilità della ripresa e la forza dell’euro. Al contrario, gli Stati Uniti hanno ritmi di crescita economica più sostenuti, la spesa per investimenti è in aumento e gli stanziamenti per la campagna elettorale trascinano il settore dei media, tuttavia, le valutazioni rispecchiano già tale crescita. Per Wall Street, i gestori vedono una seconda parte dell’anno più difficile, sia per il futuro rialzo dei tassi, sia per la difficoltà delle società a ottenere risultati migliori dopo quelli ottimi del secondo semestre 2003.

Il sentiment su Piazza Affari non si discosta da quello sull’Europa. La Borsa milanese salirà per il 63% dei gestori contro il 23% che si attende una stabilizzazione e l’11 che prevede un calo. Per le sue caratteristiche difensive, il Mib30 tende a sottoperformare in fasi Toro, ma mostra una minor volatilità in fasi di ribasso, grazie all’elevato dividend yield. Nel breve, i manager credono che sarà il settore bancario a influenzare l’andamento del mercato dopo i recenti scandali finanziari.

Fed e Bce su sponde opposte. Per il 45,2% dei gestori, i prezzi delle obbligazioni europee si stabilizzeranno attorno agli attuali livelli, mentre il 73,4% è convinto che negli Stati Uniti ci sarà un ulteriore ribasso dei prezzi. I fund manager si attendono un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno e qualcuno avanza l’ipotesi di un ritocco a ridosso dell’estate, per cui i prezzi dei bond sono destinati a scendere nei prossimi mesi. I titoli del Tesoro statunitense sono considerati i più sopravvalutati, quindi vengono preferiti quelli dell’area euro. Nel Vecchio continente, difficilmente la Banca centrale europea (Bce) adotterà misure restrittive nel corso del 2004, al contrario potrà ancora intervenire allentando i tassi se la ripresa stenterà a decollare e l’euro si rafforzerà ulteriormente nei confronti del dollaro. In questo contesto, i gestori puntano sui titoli con scadenze brevi, in quanto non è consigliabile un’esposizione significativa ai tassi di interesse.

Euro in assestamento. Secondo il 51,7% dei gestori, la moneta unica si stabilizzerà nei confronti del dollaro, mentre il 34,5% crede in un ulteriore apprezzamento. La convinzione diffusa è che il massimo sia stato toccato a quota 1,3, anche se alcuni manager non escludono un picco a 1,35 per fine giugno. Le ragioni che fanno pensare a un nuovo indebolimento del biglietto verde sono il doppio deficit (pubblico e commerciale) americano e, nel breve, l’impossibilità di far leva su una politica monetaria restrittiva.

Asset allocation più difensiva. La maggior parte dei gestori continua a sovrappesare le azioni rispetto ai bond, ma ha assunto una posizione più prudente. In un’asset allocation bilanciata, al massimo il 60% va in azioni, il 20-30% in obbligazioni e il resto in liquidità. La maggior esposizione all’equity è considerata una valida strategia almeno fino all’estate, perché le Borse hanno valutazioni migliori delle obbligazioni.