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IL PREZZO DEL PETROLIO A UN NUOVO MASSIMO

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I crescenti timori di una guerra in Iraq, che avrebbe conseguenze difficilmente prevedibili, mettono sotto pressione il prezzo del greggio.

Lunedì, a New York, il future di novembre sul Light Crude ha chiuso la seduta in rialzo del 2,91% a $30,71 al barile, dopo aver sfiorato i $31 al barile.

A nulla valgono i tentativi di rassicurare il mercato da parte William Ramsay, numero uno dell’IEA (International Energy Agency), che sottolinea come il peso dell’Iraq sulle esportazioni complessive di petrolio sia ormai molto limitato.

A Londra il future di novembre sul Brent (il petrolio di riferimento per due paesi su tre) ha raggiunto il nuovo massimo da oltre un anno: al momento il derivato è in rialzo dell’1,37% a $29,53, dopo aver toccato i $29,88 (+45% rispetto ad inizio anno).

Durante il week end Bagdad ha rifiutato una risoluzione di disarmo, mentre questa notte Israele ha fatto un blitz nella striscia di Gaza, provocando morti e feriti tra i palestinesi.

Inoltre il premier britannico Tony Blair ha reso noto un dossier di 50 pagine per dimostrare che Saddam Hussein è una minaccia seria e che l’intervento militare è più che giustificato.

Secondo Londra l’Iraq potrebbe avere l’atomica in cinque anni senza aiuti esterni, o al massimo in due anni acquistando all’estero il necessario.

Nell’immediato invece, secondo il dossier, l’Iraq può utilizzare ordigni biochimici nell’arco di 45 minuti dal momento di un eventuale ordine.