Roma – Saranno i BRIC il salvagente della vecchia Europa, stremata dal problema dei conti pubblici? A questa domanda, viene da rispondere affermativamente se si considera quanto i media brasiliani stanno riportando da qualche ora a questa parte: il “vecchio” Portogallo, colpito da una carrellata di downgrade e sempre più incerto sulla sua stessa sopravvivenza, potrebbe essere salvato dal Brasile, la sua ex colonia.
Indiscrezioni di mercato parlano infatti di trattative in corso tra il Brasile e il Portogallo, che potrebbero concludersi con l’acquisto da parte dei brasiliani di parte del debito portoghese. Un’altra possibilità vede il Brasile procedere al buyback di alcuni bond brasiliani che sono detenuti dal governo portoghese.
Questo, mentre i rendimenti sui bond a due anni portoghesi continuano imperterriti la loro ascesa, balzando al nuovo massimo, pari al 7,786%. Anche oggi insomma gli investitori si liberano ben volentieri dei bond portoghesi, ma anche di quelli greci. La loro performance è la peggiore sul mercato dei titoli di stato europei, all’indomani della scure di S&P che ha tagliato in particolare il giudizio sul debito portoghese a un livello vicino a quello “junk”, ovvero spazzatura.
Il risultato è che gli spread tra la Grecia e il Bund tedesco a 10 anni aumentano di 7 punti base a 956 punti base, mentre gli spread equivalenti portoghesi sono in realtà stabili a 489 punti base; quelli irlandesi sono più alti a 678 punti base.