Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) –
Ralph Cioffi era considerato una
specie di mago da buona parte
dei suoi colleghi in Bear Stearns.
Oggi, di fronte agli spettri
della crisi immobiliare americana,
è diventato l’esempio da
non imitare. L’incubo di Cioffi
è cominciata quando i due fondi
hedgeda lui gestiti hanno iniziato
a incassare forti perdite.
Fino ad allora Cioffi poteva
vantare una tabella di marcia
eccezionale: 40 mesi consecutivi senza perdite, un record
che aveva spinto persino alcuni suoi colleghi ad investire
forti somme, fino a 35 milioni di dollari, su di lui. Ma ora,
quasi all’improvviso, tutti i fan del gestore – a partire da
James «Jimmy» Cayne, il ceo di Bear Stearns – fanno mostra
di sentirsi sorpresi per le «scommesse» di Cioffi sui
mortgage-backed loans (prestiti garantiti dai mutui) e sui
collateralized debt obligations (Cdo, strumenti che raggruppano
bond, debito e altri asset in nuovi strumenti).
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
La sorpresa
nasce dal fatto che, pochi mesi fa, quel che era giudicato
un gestore prudente (i suoi fondi per la maggior parte
erano investiti in prodotti investment grade), aveva deciso
di puntare sui contratti Abx, strumenti di copertura sui
default dei debiti subprime, cioè mutui erogati ai clienti
con un alto profilo di rischio. Ma di fronte all’alto numero
di insolvenze di subprime, che ha provocato il fallimento
di diverse banche Usa, i principali istituti di Wall Street
hanno deciso di chiudere le posizioni su questi contratti,
provocando fordi perdite per diversi fondi, inclusi quelli di
Cioffi, aggravate in questo caso dall’uso di una leva finanziaria
assai elevata.
Ecosì il destino ha voltato le spalle al gestore, nonostante
la sua reputazione, e nonostante che i Cdo nei quali il
Cioffi aveva investito fossero di alta qualità (il sottostante
non erano crediti subprime): il crollo del mercato subprime,
i toxic waste (rifiuti tossici) come vengono soprannominati
quelli a maggior rischio, ha spinto le banche a svendere
Cdo di qualsiasi genere, senza andar troppo per il sottile,
trascinando al ribasso anche gli strumenti più sicuri.
Il risultato? Una perdita del 50% nel fondo High Grade
Structured Credit Strategies e del 20% nel fondo
High Grade Structured Credit Strategies Enhanced Leverage
Fund.
Performances nettamente diverse, anzi
quasi opposte, a quelle del passato: il fondo High Grade
Structured aveva guadagnato il 46,8% dal lancio,
nell’ottobre del 2003, a marzo 2007. Mentre l’Enhanced
Leverage aveva messo a punto un +7% nei primi
sei mesi dal lancio nell’agosto 2006. Ironia della sorte,:
era stato necessario dar vita ad una seconda iniziativa
per dar soddisfazione a quegli investitori rimasti
esclusi dal primo fondo di Cioffi.
Le perdite incassate dai suoi fondi sono un doppio duro
colpo per il gestore, considerato da tutti, colleghi e conoscenti,
come il classico «bravo ragazzo».
Nato nel 1956 a
South Burlington – una cittadina del Vermont con 16.500
abitanti sulle sponde del lago Champlain – il banchiere è
cresciuto ben lontano dalle follie finanziarie. Cioffi ha frequentato
il liceo alla Rice Memorial, dove aveva mostrato
un gran talento per matematica ed economia e si è laureato
nel 1978 in business administration al St. Michael’s College,
un istituto cattolico a pochi chilometri dal liceo. Un
ottimo studente – secondo i ricordi dei suoi insegnanti –
maanche un buon atleta: aveva ricoperto diversi ruoli nella
squadra di football di Rice Memorial e all’università si
era dedicato al body building.
Estroverso, con un gran sorriso che dà fiducia, il finanziere,
sposato con quattro figli, è riuscito a stabilire solide relazioni
con importanti investitori istituzionali e grandi fondi
pensione.
Una reputazione conquistata anche grazie al suo
ruolo da pioniere nella finanza strutturata, con la creazione
di alcuni strumenti particolarmente
sofisticati. Un esempio: Cioffi è
l’inventore dei principal protected
notes, bond garantiti da mutui e/o
prestiti corporate che impacchettano
insieme anche assetmenorischiosi
inmododa garantire all’investitore
il recupero almenodi tutto
il capitale investito.
Proprio grazie alle sue capacità,
Cioffi – prima di arrivare all’asset
management nel 2003 – era capo
della divisione structured products
di Bear Stearns. Con questo background
il gestore aveva tutte le
carte in regola per garantire un’ottima
miscela con la cultura di Bear
Stearns, banca nota per il suo stile di investimento conservativo,
guidata dal 73enne Cayne, un campione della
nazionale statunitense di bridge, dove vige un rigido spirito
di corpo: a differenza che in altre firms finanziarie, sono
pochissimi i dipendenti (in tutto 15.120) che lasciano Bear
Sterns per andare alla concorrenza.
Per essere assunto
non serve essere uscito da una delle prestigiose università
Ivy League: basta essere intelligenti e lavorare sodo.
Eppure, nonostante tanti successi e anni di lavoro duro,
la reputazione del gestore dipende da una cosa sola: la
sistemazione dei suoi fondi. Sarà una battaglia sanguinosa
e dall’esito incerto, visto che il salvataggio, a un primo
calcolo, costerà circa 1,6 miliardi di dollari.
E non dipenderà solo da Cioffi. L’ad Cayne – inorridito
dal danno all’immagine di Bear Stearns causato dal flop –
gli ha affiancato il 45enne Thomas Marano, il capo dei
mortgage trader della banca. Inoltre, per risistemare le cose
nella divisione asset management, il Boss ha chiamato
Jeffrey Lane, 65 anni, scuola Lehman Brothers.
In un
business in cui si è valutati esclusivamente in base all’ultima
operazione, Cioffi si gioca in pratica tutto sui subprime.
E se non ci riesce lui, il mago di Bear Stearns, vuol
dire che la crisi dell’immobiliare americano è davvero profonda:
un abisso di cui avere tanta paura.
Copyright © Bloomberg – Finanza&Mercati per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved