Il Madoff russo ci riprova con un nuovo schema Ponzi

di Redazione Wall Street Italia
Pubblicato 18 Settembre 2012 • Aggiornato 23 Marzo 2017 14:52

Mosca – All’ombra del Cremlino il nome di Sergei Mavrodi non passa inosservato: evoca promesse mancate. Basta pronunciarlo e da Mosca a San Pietroburgo chiunque lo collega a una delle truffe più grandi della storia russa, ma in Italia come altrove il finanziere russo non ha mai raggiunto una chiara fama. E così, proprio in questo periodo di crisi e disorientamento economico, l’uomo che ha truffato milioni di russi negli anni Novanta è tornato alla ribalta.

Con la sua MMM, la compagnia istituita nel 1989 insieme al fratello Vyacheslav Mavrodi e a Marina Muravieva si distinse per la strategia di mercato particolarmente aggressiva: quella delle piramidi. Il meccanismo alla base del suo schema, simile allo schema Ponzi, di investimento si presentava snello. Agli investitori che cedevano alle lusinghe di facili ritorni venivano pagati interessi insolitamente alti, non con il ritorno di un investimento reale, ma usando i depositi dei nuovi investitori.

Nei suoi giorni di gloria l’azienda guadagnava più di 20 miliardi di rubli, pari a circa 11 milioni di dollari. Peccato che quando la bolla speculativa scoppiò anche gli interessi da pagare andarono in frantumi: erano troppi rispetto ai nuovi azionisti. Nel 2011 la società fu chiusa, ma non era la fine della storia. In questi mesi Mavrodi ha, infatti, continuato a coltivare l’immagine di uomo anti-establishment visionario. Da qui a riprendere in mano il suo sito web per promuovere i vecchi schemi piramidali come il percorso di un futuro post-capitalista il passo è stato breve. Ha lanciato un nuovo progetto “We Can Do A Lot”, che promette di ripercorrere i “successi” del passato.

Di fronte alle domande del Servizio Anti monopolio Federale che si chiedono come non sia stato possibile oscurarlo, lui non si scompone. “Sono alla fine solo soldi da investire, possono essere bruciati. Possono essere buttati via. Si possono dare anche a qualcun altro”, risponde a Reuters Reutersmaliziosamente. “Sto cercando di cambiare il mondo. Il vecchio mondo però, naturalmente, cercherà di resistere”. Con queste premesse, la storia continua.