Economia

Il lavoro nero sottrae a Fisco 10,8 mld euro di imposta (CGIA)

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(Teleborsa) – “I quasi tre milioni di unità di lavoro irregolari presenti in Italia – dichiara Giuseppe Bortolussi direttore dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre – sottraggono al fisco italiano 52,5 mld di € di imponibile, pari a 10,8 mld di euro di imposta l’anno. Se contiamo che oltre all’imposta c’è anche l’evasione contributiva e l’evasione del valore aggiunto prodotto da questi lavoratori, l’ammanco per le casse dello Stato è ancora più consistente”. E’ questa la stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha calcolato l’imponibile Irpef e, conseguentemente, l’imposta evasa addebitabile ai lavoratori irregolari e completamente sconosciuti al fisco, presenti in Italia. A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area che presenta il maggior numero di lavoratori sconosciuti al fisco (pari a 1.257.500 circa), la più elevata incidenza percentuale dell’imponibile Irpef evaso sull’imponibile medio dichiarato nella denuncia dei redditi relativa all’anno di imposta 2008 (10,2%) ed, infine, il gettito Irpef e quello relativo alle addizionali locali più alti, pari a 3,2 mld di euro. ¶ Se si approfondisce l’analisi a livello regionale, sono le regioni del Sud a guidare la speciale graduatoria dell’irregolarità fiscale. Infatti, la Calabria guida la classifica con un’incidenza percentuale dell’imponibile Irpef evaso sull’imponibile Irpef dichiarato pari a 14,8%. Seguono la Sardegna con 11,3%, il Molise con 11,1% e la Basilicata con il 10,9%. Le realtà territoriali più virtuose, invece, sono il Trentino Alto Adige (5,5%), la Toscana (5,5%) e l’Emilia Romagna (5,4%). In termini di imposta evasa, invece, è la Lombardia a registrare l’importo più importante in termini assoluti (1,94 mld di euro), segue il Lazio (1,29 mld di €) e al terzo posto la Campania, con 885 milioni. Chiaramente – sottolineano dalla CGIA – quando il parametro di riferimento viene preso in termini assoluti, nelle parti più alte della graduatoria troviamo le regioni che hanno il maggior numero di abitanti. “Con questa mappa del lavoro nero – dichiara Giuseppe Bortolussi della CGIA di Mestre – non ci sembra molto difficile mettere in campo una seria lotta al all’evasione fiscale e contributiva. Senza criminalizzare nessuno, lo sanno tutti che gran parte dell’economia del Mezzogiorno è controllata dalle organizzazioni malavitose che hanno un controllo militare del territorio. Di certo, se si recuperasse una buona parte di queste sacche di evasione – conclude Bortolussi – si potrebbe recuperare gettito e alleggerire il carico fiscale su chi le imposte le paga”.