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IL GRANDE TREMONTI MINACCIA LE DIMISSIONI

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Dopo la minaccia di dimissioni da parte del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sarà ritirata alla Camera la norma inserita nel decreto Alitalia che riduce le responsabilità penali dei manager colpevoli di malagestione aziendale. Lo riferisce una fonte governativa. “Quell’emendamento è fuori dalla logica del governo: o va via quell’emendamento o va via il ministro dell’Economia”, ha detto Tremonti questa mattina in Senato. “Se si immagina che la linea del governo sia quella prevista da un emendamento che prevede la riduzione della soglia penale per alcune attività di amministratori si sbaglia”, ha spiegato il ministro. Secco il commento del ministro ombra dell’Economia ed esponente del Pd Pier Luigi Bersani: “Tremonti non dovrebbe andar via da solo, ma insieme a tutta la maggioranza che ha proposto e votato una norma del genere”. Tremonti si riferiva a un articolo del quotidiano la Repubblica nel quale si afferma che il decreto Alitalia contiene all’articolo 7 bis una norma introdotta durante l’esame in Parlamento che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L’emendamento stabilirebbe che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l’impresa si trovi in stato di fallimento. Per Repubblica, che cita una inchiesta del programma televisivo di RaiTre Report, la norma potrebbe favorire Sergio Cragnotti, Cesare Geronzi e Callisto Tanzi coinvolti nei crac Cirio e Parmalat. L’articolo 7 bis del decreto prevede formalmente che “le dichiarazioni dello stato di insolvenza […] sono equiparate alla dichiarazione di fallimento […] solo nell’ipotesi in cui intervenga una conversione dell’amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell’ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell’ammissione alla procedura”. Per parte loro, i due relatori in Senato al decreto Alitalia, Angelo Maria Cicolani e Antonio Paravia, escludono che l’emendamento ribattezzato “salva manager” si possa applicare ai casi Cirio e Parmalat. “La norma esclude dalla sua applicabilità i casi di ‘accertata falsità dei documenti posti a base della procedura’, quindi non si applica ai casi citati da affrettate dichiarazioni di alcuni dirigenti politici e ad alcuni organi di informazione (Parmalat, Cirio)”, dicono in una nota i due senatori del Pdl Quanto alla cancellazione della norma nel passaggio alla Camera, i relatori dicono che “l’intero Senato ne prenderà atto con favore e noi per primi ne saremo soddisfatti”.