Società

Il governo riesce a strappare la fiducia sul Dl sviluppo

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Roma – La maggioranza ottiene la fiducia sul dl Sviluppo alla Camera e riconquista la maggioranza assoluta dei voti a Montecitorio. Il governo, infatti, ottiene la fiducia con 317 voti a favore, dunque la maggioranza assoluta.

Dalla fuoriuscita di Fini e dei finiani, passati poi all’opposizione, la coalizione di governo non era piu’ riuscita ad ottenerla alla Camera. L’ultima votazione in cui la maggioranza aveva ottenuto un numero di voti a favore molto vicino all’asticella di 316 e’ stata quella per la richiesta di conflitto di attribuzione sollevata a seguito del ‘caso Ruby’.

l governo incassa ancora la fiducia alla Camera e, per dirla con il segretario in pectore Pdl, Angelino Alfano, i 317 si’ al decreto Sviluppo fanno si’ che Silvio Berlusconi “possa andare ancor piu’ robustamente convinto dei numeri della sua maggioranza oggi pomeriggio al Senato e domani alla Camera”. E’ infatti alle 16, a Palazzo Madama, che parte la vera e propria ‘verifica’ parlamentare, sulla quale si incastona il voto di fiducia a Montecitorio e, dopo il vertice di ieri, il ‘lodo’, l’accordo, tra Pdl e Lega sulla questione dei ministeri al Nord, piatto forte della kermesse di Pontida e di polemiche nel Palazzo. Anche all’interno del Pdl stesso.

Per la verita’ Umberto Bossi assicura che non c’e’ alcun passo indietro della Lega sul trasferimento dei ministeri al Nord, perche’ “e’ un fatto d’obbligo dell’Europa fare quella roba li’. L’hanno fatto in Inghilterra e Germania. E’ necessario coinvolgere tutto il paese”. Altra questione, Berlusconi candidato premier nel 2013: “Se fa le cose, si'”, dice il leader della Lega che tiene a sottolineare che sui temi in agenda “a Berlusconi abbiamo gia’ dato lo scadenzario…”. Non demorde, Bossi, anche sul braccio di ferro con il Colle sulla missione in Libia: “Quando finiscono i soldi, finisce la guerra”, osserva oggi ricordando che “anche quando l’America ha finito i soldi ha finito la guerra”.

Ad ogni buon conto, sul capitolo ministeri al Nord l’accordo e’ stato raggiunto sul decentramento di uffici di rappresentanza con funzioni operative, contenuto di un ordine del giorno congiunto Pdl-Lega. L’accordo notturno a palazzo Grazioli tra lo stato maggiore di via dell’Umilta’, Silvio Berlusconi e, per la Lega, Roberto Calderoli e Marco Reguzzoni, viene definito sempre da Alfano “una sintesi assolutamente positiva” che “conferma il senso di equilibrio della maggioranza, che riesce a trovare una sintesi” e soprattutto “e’ compatibile con il nostro ordinamento e non lede l’articolo 114 della Costituzione”.

Di tutt’altro avviso Pier Luigi Bersani che parla di “estenuate tecniche di sopravvivenza”: “Alla fine la pezza e’ peggiore del buco e agli occhi degli italiani questo governo e’ sempre piu’ indebolito e sempre piu’ fragile”. Anche perche’ il segretario Pd invita a considerare che “ogni voto di fiducia, e siamo oltre il quarantesimo, non e’ un rafforzamento, e’ un indebolimento”. Eppure Umberto Bossi crede nella possibilita’ di un accordo con l’opposizione sulla legge elettorale: “Speriamo, e’ una delle cose – ha risposto il ministro delle Riforme ai cronisti – su cui si puo’ ragionare. Sono convinto si possa fare”.