Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) –
Michele Ragazzi, pioniere
degli hedge, ribassista
per vocazione. Ed
emigrante di lusso. Sono,
infatti, trascorsi
quasi 13 anni da quando
armi e bagagli si è
trasferito a Londra (dopo
esperienze in Mediobanca
e in Deutsche
Bank) per aprire un suo
hedge fund specializzato in strategie long/short sulle
azioni.
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Da allora, novembre 1994, il suo Giano 94 è
passato da quota 500 a 3.509, il 16,6% all’anno (il
62% complessivo in più rispetto all’Msci Europe). Ora
Ragazzi, con la sua squadra di sei collaboratori, chiude
la sua boutique e riapre, pur mantenendo la gestione
dei suoi prodotti, sotto l’insegna di Odey Asset Management,
4,3 miliardi di dollari gestiti sotto forma di hedge
ma anche piani pensionistici individuali e fondi retail;
un colosso controllato da Crispin Odey che nella
classifica dei super ricchi inglesi del Sunday Times compare
al 210° posto, insieme alla moglie Nichola Pease,
ad dei fondi Jo Hambro Capital Management, con un
patrimonio valutato 283 milioni di sterline.
Non è più tempo di boutiques?
Sì, il mercato è profondamente cambiato. E talento o
indipendenza non bastano più. I clienti degli hedge sono
istituzionali, fondi pensione, operatori che cercano
performance ma anche una certa struttura di management
e masse gestite più elevate, rispetto alla mia taglia
attuale (325 milioni). Ora, grazie ad Odey, potremo
concentrarci di nuovo sulla gestione: fino al 2000
Giano vantava una performance annua del 30%, poi è
passato al 10%: voglio tornare alla struttura iniziale
con un team di gestione più concentrato e appiccicato
ai mercati.
Lamberto Cardia, ha fatto riferimento a derivati,
hedge fund e private equity per lanciare un allarme
sui «rischi per la stabilità sistemica, l’integrità dei
mercati e la protezione degli investitori».
Si sente
una minaccia per i risparmiatori?
Anche nei periodi in cui le quotazioni del mio fondo
possono calare non mi sento certo una minaccia (nel
peggior periodo della storia del fondo la discesa è stata
del 17% contro il mercato che ha perso fino al 50%).
Considerato quello che è successo in Italia in questi
ultimi anni (per citare gli ultimi casi Banca Italease,
Lodi, Parmalat) fossi nei panni di Consob mi preoccuperei
di altre cose più che degli hedge.
Negli ultimi mesi Giano ha diminuito drasticamente
le posizioni long. La cosa non ha premiato: Giano
94 nel 2007 sale solo dello 0,9%. Pentito?
A metà aprile abbiamo visto sui mercati alcuni fattori
potenzialmente pericolosi: rischi di inflazione, una certa
esuberanza nelle valutazioni. Per questo ho preferito
muovermi con prudenza, sia per il fondo che con il
patrimonio personale. Una situazione opposta a un anno
fa quando, mentre prevaleva la paura, ho suggerito
di stare investiti anche al 100 per cento.
Quali sono le azioni italiani che pesano di più in
Giano sul mercato azionario italiano più importanti?
E’ un mercato difficile, per più della metà in lettera a
partire dai bancari. Fra i miei titoli preferiti c’è sempre
Seat. Credo che la prossima trimestrale regalerà buone
sorprese. Il management si sta muovendo molto bene,
soprattutto nell’online. Lo considero un bond che
rende il 10% ma che potrebbe arrivare a raddoppiare il
rendimento se le cose vanno bene. L’unico rischio è un
rimescolamento dell’azionariato fra i private equity
che potrebbe in qualche modo condizionare l’operatività
della società, ma mi sembra ora che questo pericolo
sia passato.
Anche i Big sbagliano. Voi,
per esempio, avete ancora posizioni
su Italease?
Su questa banca abbiamo fatto
un errore chiaro di valutazione
quando siamo entrati e lo abbiamo
pagato pesantemente
(circa l’1,5% della quota). Da
parte nostra dovevamo capire
che con il rialzo dei tassi d’interesse
le posizioni sui derivati
giocavano pesantemente contro.
Anche per questo motivo
nel futuro ho deciso di ritornare
a occuparmi maggiormente dell’analisi
delle scelte di portafoglio
in modo più totale e diretto, ritornando a fare il
gestore in prima linea.
Nel settore automobilistico avete puntato su Daimler-
Chrysler. Pensate che possa essere più interessante
e cheap di Fiat come storia su cui puntare?
Marchionne è bravissimo. Riesce a gestire questo
gruppo come nessun altro ha mai fatto: senza alcun
legame di tipo familiare o politico come accadeva nel
passato. Come fondo abbiamo puntato su Fiat, poi abbiamo
venduto il titolo, sperando di comprarlo meglio
ma non si è mai più verificata questa occasione: l’azione
Fiat non è mai stata particolarmente conveniente
come fondamentali perché continua a scontare sempre
la crescita futura. In ogni caso la Nuova 500 è un’auto
bellissima e la comprerò.
Da gestore di hedge su quale nazione scommetterebbe
al rialzo e al ribasso?
Long scommetterei sulla Polonia che potrebbe essere
la nuova Spagna. Short sull’Italia. Fra 15 anni la
Polonia potrebbe essere anche davanti all’Italia viste
le condizioni strutturali e politiche: sistema educativo
arretrato; una parte del Paese, dove nessuno investirà
mai, nelle mani della criminalità; infrastrutture inadeguate.
Tutti segnali short.
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