
Roma – Il fronte centrista del Partito Democratico punta tutto sul continuamento della messa in pratica dei punti principali dell’agenda Monti. In una lettera firmata da 15 esponenti di spicco del centro sinistra, tra cui Pietro Ichino e Marco Follini, l’appello e’ quello di continuare sulla strada percorsa sin qui dal professore della Bocconi, che si e’ insediato lo scorso novembre.
Questo nonostante i risultati conseguiti dal governo non si possano dire ancora del tutto convincenti e nonostante i suoi alleati teorici del patto di Vasto, Antonio Di Pietro (IdV) e Nichi Vendola (Sel), stiano continuando a fare strenua opposizione all’esecutivo dei tecnici. Da questo braccio di ferro politico in corso al suo interno, il PD rischia di uscire spaccato.
Lo spread e’ ancora su livelli molto alti, i prestiti a famiglie e imprese languono e la partita dell’area euro si giochera’ in Italia. Il futuro nelle mani delle attivita’ speculative. Se Roma non riuscira’ a rifinanziare il suo debito, infatti, il sogno di un’unione bancaria, politica e fiscale nell’Eurozona rischia di saltare.
“Intendiamo promuovere nel Pd una trasparente discussione sulle strade che vanno intraprese perché obiettivi e principi ispiratori dell’agenda del governo Monti – collocati dentro un disegno almeno decennale di cambiamento del Paese – possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di sé anche la prossima”.
Lo chiedono dalle colonne del Corriere della Sera 15 esponenti del Partito democratico, che hanno firmato un documento-appello sulle prospettive del partito. Il testo sarà al centro di un’assemblea convocata per il 20 luglio a Roma.
Il governo Monti, si legge nella lettera, va sostenuto “con piena convinzione” fino alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera del 2013. “I termini essenziali dell’agenda riformatrice dei prossimi mesi sono chiari – scrivono gli esponenti del Pd -: incisiva e coraggiosa revisione della spesa pubblica, per conseguire il pareggio strutturale di bilancio, per ridurre l’imposizione fiscale sul lavoro e l’impresa, per tornare a investire sulla formazione del capitale umano, sulla ricerca e sull’infrastrutturazione del Paese, per introdurre maggiori elementi di equità intergenerazionale nel sistema del welfare”.
“Nel breve – aggiungono – devono derivare da risparmi di spesa le risorse necessarie per centrare l’obiettivo del pareggio strutturale senza ricorrere – dal primo ottobre prossimo – al già deliberato aumento delle aliquote Iva, che finirebbe per approfondire la recessione in atto. E’ in questo contesto che noi vogliamo operare, nell’immediato, per il pieno superamento, nel Partito democratico” di “ogni residua ambiguità sul giudizio circa l’azione svolta fino a oggi dal governo Monti”.