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IL DOLLARO COMINCIA A PERDERE APPEAL

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Il discorso del Presidente della Fed e i dati sulla bilancia commerciale confermano una tendenza gia’ segnalata da qualche tempo.

L’euro recupera sul dollaro portandosi ai massimi dal 15 gennaio di quest’anno. I motivi di fondo dell’indebolimento del biglietto verde erano gia’ stati segnalati in un articolo del 7 marzo.

La moneta europea e’ riuscita a toccare quota 0,8915, superando la soglia psicologica di 0,8893 dove passa la media a 200 giorni. Dal punto di vista tecnico negli ultimi due mesi, una serie di minimi al rialzo suggeriscono il possibile proseguimento del trend rialzista.

Pur con le dovute cautele il segnale tecnico sembra essere confermato dall’analisi di quanto successo ieri sulla scena internazionale.

La bilancia commerciale
I dati sul deficit commerciale che continua a peggiorare, segnalano che gli Stati Uniti sono in affanno dal punto di vista della competitivita’ sul mercato internazionale. La continua crescita della produttivita’ del sistema America potrebbe non bastare a giustificare un livello della moneta statunitense cosi’ alto.

Il discorso di Alan Greenspan
Il governatore della banca centrale ha detto chiaramente che pur in presenza di segnali di una ripresa economica incoraggianti, al momento non vede la necessita’ di rialzare i tassi.
Questo ha due importanti conseguenze. Primo, secondo Greenspan, la ripresa non sara’ impetuosa, il che suggerisce l’opportunita’ di diversificare gli investimenti, e quindi diminuire quelli nominati in dollari che oggi fanno la parte del leone.

Secondo, e questo riguarda piu’ da vicino l’Europa, il differenziale tra il tasso di riferimento sui fed funds americani, all’1,75%, e quello europeo, dove il tasso di sconto e’ al 3,25%, potrebbe non ridursi tanto presto come si era previsto. Questo dovrebbe avvantaggiare l’euro.

Il Giappone
L’unica altra moneta di respiro internazionale su cui potrebbero riversarsi i fondi usciti dall’area dollaro e’ lo yen giapponese. Tuttavia da questo punto di vista la BOJ (Bank of Japan) pare non volersi far sfuggire quella che oramai viene considerata l’ultima ancora di salvezza per far uscire dalla recessione il paese.

Svalutare la moneta giapponese, puntare sulla competitivita’ delle esportazioni e sperare di importare un po’ di inflazione per combattere una deflazione i cui effetti si sono rivelati disastrosi.

In conclusione, dopo un avvio difficile, potrebbe essere arrivato il momento per l’euro di riguadagnare terreno e restituire un po’ di credibilita’ alla BCE messa spesso sotto pressione per le scelte di politica monetaria. A guadagnare, in questo caso, sarebbero le istituzioni politiche comunitarie che potrebbero contare su un consenso con basi piu’ solide.

*Francesco Leone e’ analista finanziario di WallStreetItalia