Società

IL CONTRATTO CON SE STESSO

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Prima lo stato di diritto e la separazione dei poteri, attaccati e messi in crisi dalle leggi ad personam per sottrarre Berlusconi ai suoi giudici. Adesso l´informazione e il pluralismo, deformati in Parlamento con un voto della destra che trasforma il conflitto d´interessi di Silvio Berlusconi in legge dello Stato.

Il Cavaliere sta onorando il vero contratto firmato prima di entrare in politica: non con gli italiani, ma con se stesso e con la sua azienda. Per due anni ha pensato a difendersi con ogni mezzo e a fuggire davanti alla giustizia. Adesso inaugura la seconda fase, portando spudoratamente il Parlamento a trasformare in legge la concentrazione politica, mediatica, imprenditoriale ed economica su cui poggia il fondamento della sua forza elettorale, dunque il suo potere.

Questa legge viola la Costituzione, aggira le sentenze della Corte e dell´Antitrust, irride il messaggio del presidente della Repubblica sul pluralismo informativo, toglie ogni tetto allo strapotere economico e informativo di Mediaset, dirotta nuove risorse sulle televisioni indebolendo gravemente la carta stampata. Tutto questo basta ampiamente per porre Berlusconi fuori da ogni regola e da ogni decenza, legislatore e beneficiario insieme di norme a favore di un´azienda che già oggi, come scrive la “Reuters”, controlla il 65 per cento del mercato pubblicitario e il 43 per cento dello share nazionale.

Ma c´è molto di più. Questo sfondamento avviene nel mercato – delicatissimo, sensibile e decisivo – del consenso politico, la moderna agorà che ormai coincide in grandissima parte con lo spazio televisivo e che in Italia è oggi interamente nelle mani di un solo soggetto politico, Silvio Berlusconi. La legge Gasparri certifica, codifica e santifica questa supremazia assoluta. Un´anomalia che il nostro Paese non ha mai conosciuto (ben più grave delle oscene lottizzazioni degli anni scorsi, cui ha allegramente partecipato anche la sinistra), e che non esiste in nessun Paese occidentale. Qualcosa che altera le regole del gioco politico, trasformando la televisione nell´ultima ideologia italiana, fonte perpetua di potere del berlusconismo.

Una legge che deforma l´informazione, il pluralismo, il mercato del consenso. Ecco perché diciamo che la qualità della nostra democrazia da ieri è pericolosamente impoverita.

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