IL CENTRODESTRA
IN VANTAGGIO
SE SI VOTASSE OGGI

di Redazione Wall Street Italia
23 Febbraio 2007 15:41

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(WSI) –
Nessuno può oggi prevedere chi vincerebbe eventuali nuove elezioni. Sia perché lo scenario attuale è caratterizzato, come in passato, da coalizioni che hanno un seguito quantitativamente simile, sia, specialmente, perché l’esito dipende, al solito, dagli argomenti e dagli slogan che verranno adottati per convincere gli indecisi. Questi costituiscono oggi poco meno del 30 per cento della popolazione.

Tra essi, però, convivono gradi di incertezza assai diversi. La quota limitata (grossomodo l’8 per cento dell’elettorato), i «lontani dalla politica», non prende in considerazione nessun partito, dichiara di volersi astenere e, probabilmente, lo farà davvero. Altri (9 per cento circa), pur volendo (forse) votare, non sanno bene che fare e affermano per ora di prendere in considerazione entrambe le coalizioni.

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Altri ancora, pur non avendo a tutt’oggi un’idea precisa, sono genericamente orientati verso l’uno o l’altro polo, con una esigua prevalenza dei simpatizzanti (tiepidi) per il centrosinistra. Anche tra costoro, probabilmente, molti finiranno con l’astenersi: l’esito della consultazione si baserà soprattutto sulla capacità dei partiti di spingere a votare chi pencola ancora tra l’astensione e un debole orientamento. Un secondo settore di elettorato, assai più numeroso, esprime invece una intenzione di voto. Tra costoro si riscontra, ormai da diverso tempo, una maggioranza di consensi per il centrodestra. È l’effetto del progressivo calo di simpatia per il governo: per motivi diversi esso ha finito col scontentare anche parte del suo stesso elettorato.

Di conseguenza, una quota di elettori del centrosinistra alle ultime elezioni dichiara oggi di volersi astenere o di essere comunque indecisa su cosa scegliere. Ma anche tra chi manifesta una intenzione di voto, si riscontrano diversi gradi di decisioni. Alcuni, in misura diversa tra le due coalizioni, si dichiarano assolutamente certi della propria scelta. Si tratta del 31 per cento dell’elettorato a favore della Cdl e poco più, il 35 per cento, a favore del centrosinistra. Per stimare correttamente il seguito attuale delle coalizioni occorre però considerare (e aggiungere nel computo) quanti dichiarano un’opzione forte per l’uno o per l’altro polo, pur confessando, al tempo stesso, di «prendere in considerazione », sebbene con meno convinzione, anche una o più forze politiche appartenenti alla coalizione opposta o esterne ad entrambe. Si tratta dei «potenzialmente infedeli»: la grande maggioranza finirà col confermare il vo to alla propria coalizione di riferimento, ma una parte, se pur minima, potrebbe spostarsi a seguito della campagna elettorale.

Essa costituisce un possibile e appetitoso terreno di conquista, anche se, rispetto ai totalmente indecisi, è talvolta assai più difficile da persuadere. I «potenzialmente fedeli» sono presenti più nel centrodestra che nel centrosinistra. Proprio questa circostanza determina il carattere un po’ paradossale dell’attuale distribuzione delle intenzioni di voto. Sul piano delle opzioni indicate, infatti, il centrodestra è in netto vantaggio. Ma su quello delle potenzialità, delle disponibilità espresse è il centrosinistra a trovarsi favorito, sia tra gli indecisi, sia tra i potenzialmente infedeli. Si tratta però di consensi da conquistare attraverso la campagna elettorale: il che appare tutt’altro che facile.

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