Un nuovo scandalo colpisce la già traballante fiducia nella trasparenza delle società americane. WorldCom, il secondo operatore telefonico sulla lunga distanza nel mercato degli Stati Uniti, ha annunciato di aver iscritto in bilancio come investimenti spese che invece erano di gestione, per una cifra di 3,8 miliardi di dollari tra il 2001 e i primi tre mesi dell’anno in corso. Si è così evitato di far figurare perdite massicce.
E’ la maggior frode contabile della storia americana: la Enron crollò all’annuncio di rettifiche pari a 1,2 miliardi di dollari. Il titolo WorldCom, che nel pieno della bolla finanziaria aveva toccato i 69 dollari, è sceso sotto i 25 centesimi. Le Borse hanno tremato in tutto il mondo, il Nasdaq è sceso ai livelli del 1998. La stessa Casa Bianca ha dovuto rassicurare gli americani.
Solo un miracolo può salvare WorldCom dal fallimento, con tutte le conseguenze per i suoi 80 mila dipendenti, i fornitori e creditori per oltre 30 miliardi di dollari.
Il fondatore di WorldCom, Bernie Ebbers, è stato uno dei miti degli anni 90, realizzando da ex insegnante un gigante cresciuto con oltre 70 acquisizioni compiute scambiando carta per carta, grazie ai corsi sempre più elevati del titolo. Ma oggi maxiacquisizioni sulla base del valore azionario non sono più possibili, per gonfiare ad arte i margini di crescita. Di qui, le amare scoperte.
Le società di revisione incassavano e tenevano gli occhi chiusi: ancora una volta, in prima fila Arthur Andersen. E il dollaro paga il prezzo: ha toccato un nuovo minimo, segnando l’immediata tendenza dei capitali a cercare altrove impieghi meno rischiosi. I mercati europei, ieri, si consolavano ripetendo che i principi contabili continentali, fondati sull’interesse primario dei debitori prima che dei profitti da assicurare agli azionisti come negli Stati Uniti, rendono da noi casi come WorldCom improbabili. Consolazione ipocrita.
Negli Stati Uniti le autorità istituzionali, come la Sec, e quelle di autoregolazione del mercato come il Financial Standard Accounting Board, si sono messe potentemente in moto per ripulire la Corporate America.
Il caso WorldCom scoppia perché da mesi la Sec aveva aperto un’indagine sulla società, ed Ebbers s’era dimesso. In Europa, continua a non esserci traccia di interventi analoghi che garantiscano il controllo, come sarebbe necessario nel caso di VivendiUniversal, per esempio, almeno secondo molti osservatori. Se non vogliamo un’Europa ancora più debole, dobbiamo fare qualcosa anche noi.
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