Christian Rocca, corrispondente a New York de Il Foglio, ha un bel blog che si chiama Camillo. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Luca Sofri ha scritto cose vere sui giornali italiani: ormai non li leggiamo più per leggere che cosa succede, ma per sapere che cosa c’è sui giornali. Io, senza parlare del mio, ne sfoglio soltanto due, Corriere e Repubblica (Rep. online).
Quando sono in Italia aggiungo la Stampa e ogni tanto il Riformista. In redazione ho anche gli altri, di cui guardo velocemente soltanto la prima pagina (tranne quando voglio ridere, e allora li sfoglio). In generale non si trovano quasi mai cose interessanti da leggere (salvo che sul mio, anche quando non sono d’accordo). La Stampa è il grande giornale dove trovo più cose, malgrado i deliri di Barbara Spinelli e un certo autoritarismo questurino. Il Corriere ha un eccellente gruppo di editorialisti (Panebianco, Galli della Loggia, Battista, Giavazzi, Ostellino, Gaggi e Grasso, più Hitchens) e poco altro.
La Repubblica può vantare il più inutile gruppo di editorialisti contemporanei. Proprio l’altro giorno notavo come su Repubblica, al di là di come la si pensi, non ci sia mai un editoriale da leggere. Io, per esempio, non conosco nessuno che legga Scalfari, Bocca, Aspesi, Rodotà, Valentini, Citati e Caracciolo di cui sappiamo circa trent’anni prima che cosa scriveranno e, soprattutto, che non gli basteranno diecimila battute. L’unico che si fa leggere, almeno da me e per arrabbiarmi, è Bernardo Valli.
Zucconi è un genio, ma le cose che scrive possono essere lette solo da chi non ha mai messo piede in America o è strafatto di pregiudizi. Giuseppe D’Avanzo e Massimo Giannini non fanno gli opinionisti, ma dettano la linea politico-editoriale del momento e ogni due giorni annunciano con inquietudine di aver scoperto la nuova P2. Francesco Merlo s’è perso. Berselli fa quello che può. Serra è un autore satirico, specie quando pensa di non esserlo. Maltese sa scrivere solo che Berlusconi è un porco.
Poi ci sono i frequenti editoriali, rubricati alla voce “idee”, ma pubblicati esclusivamente per il nome altisonante da poter sfoggiare in prima, quasi mai per il contenuto: Nelson Mandela, Salman Rushdie, Tony Blair (quando si portava), Desmond Tutu e molti scrittori americani e israeliani. Mi chiedo come sia possibile che dal giornale dell’intellighenzia della sinistra liberale, democratica e moderna (almeno, così dicono loro) in tutti questi anni non sia mai uscito uno che abbia cose da dire, da analizzare o da raccontare.
La risposta forse è facile: Rep. non è il giornale della sinistra liberale, moderna e democratica. Ci sarebbe, poi, da parlare delle pagine culturali, di quelle dello spettacolo e dei magazine, ma rischierei la querela. Anche se, di nuovo, il Corriere ha almeno il merito di aver arruolato Alessandro Piperno e Paolo Giordano, due che sanno scrivere e raccontare.
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