(9Colonne) – Torino, 18 mag – Mentre la Commissione Europea ha confermato la scadenza del 2009 per la completa liberalizzazione dei servizi postali, l’Italia non solo nicchia ma si muove nella direzione opposta: è questa la conclusione del nuovo Briefing Paper dell’Istituto Bruno Leoni, “Aspettando Godot. La (mancata) liberalizzazione dei servizi postali in Italia”. Curato da Rosamaria Bitetti e Massimiliano Trovato, entrambi “Fellows” del think tank torinese, lo studio sottolinea come l’Italia abbia recepito le indicazioni comunitarie con molta timidezza, anteponendo il risanamento di Poste italiane alla liberalizzazione. Secondo gli autori, i privilegi garantiti all’ex monopolista hanno contribuito a mantenerne la posizione di assoluta dominanza nel settore, rendendo impossibile la formazione di un più ampio mercato dei servizi postali. Per Alberto Mingardi, direttore generale dell’IBL, “Bitetti e Trovato dimostrano che l’Italia non solo è indietro rispetto al resto dell’Europa, ma che ancora una volta non ha voluto prepararsi alla liberalizzazione confrontandosi col mercato, bensì investendo tutto sulla costruzione di un campioncino nazionale, fra l’altro dopato dall’indebita sovrapposizione fra servizi finanziari e servizi postali”. Per Mingardi, “ci sono liberalizzazioni di cui non si parla mai ma sono urgenti, importanti, e fattibili: quella dei servizi postali è in cima alla lista. Bisogna tagliare i legami perversi Stato-azienda, aprire alla concorrenza, e – perché no? – tornare a ipotizzare una privatizzazione che non sia semplice collocamento ai privati di un monopolio”.
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