(WSI) – Tassi di interesse in crescita meno rapida del previsto potrebbero influenzare positivamente i mercati azionari e obbligazionari nei prossimi 12 mesi. Ma questo non basterà a scatenare una nuova fase Toro sui principali listini mondiali, con la sola probabile eccezione del Giappone. Ecco, in sintesi, la visione dei mercati secondo Gary Dugan, lo stratega del Global Equity Strategy Team di JPMorgan Fleming a Londra, vale a dire lo specialista che lavora per individuare le aree e le tipologie di investimento più redditizie a livello globale.
In che cosa consiste questa sorpresa sui tassi?
«I mercati scontano attualmente un rialzo dei tassi Usa dell’1 per cento nel 2004 e addirittura del 3 per cento nel 2005. Noi pensiamo invece che per l’anno in corso il costo del denaro aumenterà negli Stati Uniti soltanto dello 0,75 per cento e non andrà oltre un balzo del 2-2,5 per cento nel 2005. Portandosi quindi verso un livello complessivo del 4-4,5 per cento. Ma i tassi reali, al netto di un’inflazione che prevediamo in aumento, rimarranno sostanzialmente invariati. In Europa poi il costo del denaro non subirà impennate: non ci aspettiamo alcuna variazione rispetto all’attuale livello del 2 per cento per l’anno in corso, mentre il tasso di riferimento della Bce potrebbe salire al 2,5% nel 2005».
Quali sono le conseguenze di questo scenario sulle scelte degli investitori?
«Continuiamo a mantenere una posizione di sottopeso nel comparto del reddito fisso e a preferire i titoli con scadenze brevi, due o tre anni al massimo. Ma non siamo particolarmente propensi a rifugiarci nella liquidità. E gli investimenti a brevissimo termine non dovrebbero superare la quota del 25 per cento di un portafoglio obbligazionario».
Siete più ottimisti sul comparto azionario?
«Siamo complessivamente prudenti sull’investimento in azioni, ma con notevoli differenze a seconda delle principali aree mondiali. Negli Stati Uniti, ad esempio, crediamo che i titoli abbiano raggiunto valutazioni elevate e quindi siamo sottopesati sul listino di Wall Street. Siamo invece più impegnati in Europa, con l’eccezione della Gran Bretagna dove i tassi di interesse saliranno al 5%. Per quanto riguarda i listini di Eurolandia crediamo che le sorprese migliori potranno venire dal comparto dei titoli ciclici e dai finanziari. Siamo infine prudenti sulle prospettive dei mercati emergenti, perché molto sensibili all’aumento dei tassi di interesse».
E le prospettive del mercato giapponese?
«In questa fase il listino nipponico è sicuramente molto interessante e riteniamo che sia sottovalutato di almeno il 40%. Da oggi a fine anno il rialzo potrebbe essere anche dell’ordine del 20%».
Ma la crescita del prezzo del petrolio non potrebbe rovinare la festa?
«Stimiamo che il barile possa raggiungere i 50 dollari a fine 2004, ma che tornerà verso i 25 nel 2005. L’incidenza di questo aumento dei prezzi sulla crescita mondiale non sarà superiore allo 0,2% del Pil mondiale».
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