Milano – Settimana povera di dati macroeconomici rilevanti dopo che la scorsa aveva tenuto banco il meeting della Fed.
Gli occhi degli investitori sono rimasti puntati sull’evolversi della questione debitoria greca che sembra avviarsi ad un esito positivo dopo l’approvazione, da parte del Parlamento di Atene, del piano di austerity necessario allo sblocco delle future tranche di finanziamento da parte del Fmi e dell’Unione Europea.
Intanto anche gli istituti francesi e tedeschi hanno annunciato il loro contributo (su base volontaria) attraverso il parziale rinnovo dei bond greci giunti a scadenza.
Lato macro, negli Usa le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione questa settimana sono state di 428.000 unità, in calo di 1.000 unità rispetto alla settimana precedente, e superiori alle attese di 420.000. L’indice Chicago PMI in giugno è uscito a 61.1 pts molto al di sopra delle attese di 54, mentre l’indice in maggio aveva segnato un valore di 56.6.
In Europa focus sul dato dei direttori d’acquisti PMI del comparto manifatturiero a giugno: in Germania il dato è uscito a 54.6 pts, lievemente sotto le attese di 54.9, confermando la fase di espansione (dato sopra i 50 pts). Critica la situazione in Italia dove i 49.9 pts evidenziano l’ingresso del nostro Paese in una fase di contrazione; le attese erano per un dato a 51.1 pts mentre in maggio il dato era 52.8.
Il PMI manifatturiero aggregato ai paesi dell’Eurozona è uscito in giugno in linea con le attese a 52 pts, in calo dai 54.6 di maggio. Il dato preliminare di inflazione in giugno per i Paesi dell’Area Euro è del 2,7% su base annua, leggermente al di sotto delle attese di 2,8%. Il medesimo dato in Italia è uscito, in linea con le attese, al +2,7% su base annua, in aumento dal 2,6% di maggio. Stabile da maggio il valore mensile che registra un aumento dello 0,1%. L’indice armonizzato Ue cresce, invece, del 3% su anno e dello 0,1% su mese.
CAMBI E MATERIE PRIME
Fronte forex, EUR/USD in ripresa in area 1,45 grazie ai già citati sviluppi sul fronte greco: sono infatti cinque le sedute positive consecutive per la moneta unica contro il dollaro. Da sottolineare anche la forte ripresa delle quotazioni dell’EUR/CHF che, dopo i massimi raggiunti dal franco nella scorsa settimana a quota 1,18, ritorna ad un soffio da 1,23 proprio per il ritrovato clima di fiducia diffusosi in Europa dopo il sì del Parlamento greco.
Lato commodities, in ripresa il petrolio Wti in area USD94,5 al barile beneficiando anch’esso del clima di maggior fiducia sui mercati e del dato sulle scorte di greggio negli Stati Uniti che sono diminuite questa settimana di 4.3 mln di barili, ben più delle attese (-1,4 mln).
TREND ANALYSIS
Nelle ultime sedute si è assistito ad un rimbalzo del greggio dai recenti minimi sotto la soglia ei USD90,0 al barile, con le quotazioni dle future wti arrrivato in corrispondenza dell’estreo superiore del canale ribassista di breve in zona USD95,0. In caso di ulteriore salita, il deciso breakout delle MM a 30 e a 90 gg, quest’ultima a USD98,40, aprirebbe la strada ad un allungo verso i target seguenti posti a USD103,50 e sui massimi di inizio maggio a USD114,83. Diversamente, segnali di debolezza al cedimento dei USD90,0. Supporti successivi a USD87,0 e a USD83,70.
MERCATI AZIONARI
Ottava decisamente positiva sui mercati internazionali con performance settimanali generalmente sopra il 3% e con il record positivo del nostro FTSE/Mib che rimbalza (+5,4%) dopo le forti perdite della scorsa settimana soprattutto grazie al comparto bancario che rialza la testa dopo il ‘selling panic’ che aveva contraddistinto la seduta di venerdì scorso.
Tra i settori, ben intonati anche l’automotives (in attesa delle immatricolazioni di questa sera) e le materie prime; mentre restano indietro alimetantare, chimico e le telecomunicazioni.
Negli Stati Uniti, Monsanto ha riportato nel terzo trimestre fiscale un utile netto di USD680 mln, ossia USD1,26 per azione, in progresso del 77% rispetto al corrispondente periodo del 2010; un risultato superiore alle attese ferme a USD1,10 per azione. I ricavi sono saliti del 21% a USD3,59 mld. Alla luce di questi numeri, la società ha migliorato l’outlook per l’intero esercizio prevedendo un Eps tra USD2,84-2,88 contro la precedente stima di USD2,72-2,82.
In Italia attenzione a Banco Popolare e a Parmalat: l’istituto scaligero ha presentato il piano industriale triennale al 2013, con estensione al 2015, che vede una struttura patrimoniale con un Core Tier 1 ratio al 7,6% nel 2013 dall’attuale 6,5% come Common Equity Ratio in linea con Basilea III. Nel 2015 il parametro è atteso all’8,3%. I proventi operativi dovrebbero attestarsi a quota EUR4,1 mld nel 2013 e EUR4,5 mld nel 2015 da EUR3,7 mld dell’anno scorso. L’istituto stima un utile netto al 2013 di EUR603,0 mln, che saliranno a EUR930,0 mln nel 2015 dai EUR308,0 mln del 2010.
Cambio ai vertici del gruppo di Collecchio: l’Assemblea degli azionisti ha nominato il nuovo CdA.
9 consiglieri su 11, com’era nelle attese, sono andati a Lactalis. Espressione del Gruppo guidato dalla famiglia Besnier anche il nuovo presidente Franco Tatò. I restanti due consiglieri sono stati eletti dalla lista Assogestioni.
INDICI BLUE CHIP
Trend Analysis: Il FTSE/Mib mostra un deciso rimbalzo dal livello dei 19.000 pts toccati all’inizio di questa ottava. In caso di prosecuzione del movimento di rialzo, i prossimi obiettivi li fissiamo progressivamente a 20.390 pts, 20.780 pts (min di marzo), quindi a 21.060 pts (min di aprile). La successiva resistenza la individuiamo in area 21.200 pts dove attualmente passa anche l’importante MM a 200 gg. In caso di nuovo storno, il primo supporto è a 19.960 pts (min di gennaio) mentre il successivo è rappresentato dai recenti bottom a 19.000 pts.
IL TEMA DELLA SETTIMANA – NIKKEI225 VERSO 10.000 PTS?
L’ottimismo diffusosi sui mercati a seguito degli sviluppi sulla crisi debitoria greca ha raggiunto anche l’Asia dove l’indice giapponese Nikkei225 ha raggiunto i 9.900 pts sui massimi da metà maggio. L’incremento delle quotazioni del paniere nipponico è esemplificativo della situazione che, a seguito del terribile terremoto e della crisi nucleare di marzo, sembra essersi assestata e vede i primi segnali di recupero.
Le vendite al dettaglio di maggio mostrano il secondo mese consecutivo di recupero, un segnale di un modesto incremento nella fiducia dei consumatori. La variazione su base congiunturale è positiva per 2,4% mentre quella su base annua è negativa per 1,3%, esattamente la metà del 2,6% delle attese.
Buone notizie anche sul fronte industriale dove, nonostante una tendenziale flessione dell’export in maggio, secondo gli ultimi dati della Japan Iron and Steel Federation le aspettative positive sul mercato dell’auto spingeranno l’output giapponese di acciaio grezzo oltre i 108,5 mln di tonnellate nel 2011/2012.
In evidenza, intanto, Tepco (che nell’ultima ottava ha guadagnato oltre il 10%) beneficiando della decisione degli azionisti di respingere il progetto di abbandono dell’energia nucleare, sebbene la società sia coinvolta nell’impianto di Fukushima; mentre le altre società del comparto hanno tratto beneficio delle indiscrezioni stampa sull’intenzione del Governo di non chiedere ad altre compagnie energetiche di contribuire al piano di compensazioni per le vittime della crisi nucleare.
Da monitorare anche la situazione in Cina dove la Banca centrale potrebbe presto alzare i tassi di interesse per contrastare un’inflazione che resta alta raggiungendo il 6% per le attese di giugno, il più alto valore degli ultimi 34 mesi, dal +5,5% registrato a maggio. Si ricorda che da ottobre la PBC ha già alzato i tassi quattro volte, due nel 2011.
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