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I SETTE BALUARDI DEL MIBTEL

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(WSI) – Una banca (Popolare di Milano), un assicurativo (Toro), una finanziaria (Mittel), una holding (Caltagirone spa), un immobiliare (Igd) e infine due industriali (Benetton e Danieli). Sono questi i titoli su cui i graffi dell’Orso, entrato in scena dal 10 maggio scorso, hanno infierito di meno. È lecito chiedersi per quale motivo sia accaduto, aggiungendo subito che è regola statistica che i titoli non si muovano all’unisono, ma mantengano correlazioni diverse con l’indice di riferimento.

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Un fenomeno che si è puntalmente evidenziato nella fase correttiva che ha investito gli indici azionari, proprio a partire dalla seconda settimana di maggio. Fra il 9 e il 31 maggio scorso, ad esempio, a fronte di un calo del 7,15% del Mibtel (e del 5,97% del paniere delle blue chip S&P/Mib), sono 15 i titoli che hanno invece messo a segno un guadagno. Anche se, come dice il proverbio, una rondine non fa primavera, vale la pena di individuare i requisiti di un portafoglio di titoli «forti» ma anche a buon mercato, per affrontare una fase di incertezza.

Una prima necessaria (doppia) condizione per realizzare un adeguato stock picking è individuare i titoli che: 1) hanno avuto una performance più elevata dell’indice fra il primo gennaio e il 9 maggio scorso; 2) hanno subìto un calo inferiore rispetto al Mibtel fra il 10 e il 31 maggio.

Delle 31 azioni così individuate (la lista è stata depurata dei titoli sui quali sono attualmente in corso operazioni di natura straordinaria), sono state poi selezionate quelle con i migliori «ratio» di natura fondamentale: rapporto fra capitalizzazione e utile e fra capitalizzazione e patrimonio netto, calcolati sull’ultimo bilancio disponibile. Nella tabella (vedi sotto) sono riassunti i risultati dello screening, dal quale emergono sette «campioni», con relativi multipli e performance borsistiche.

Da inizio anno, mostrano tutti una forza relativa superiore a quella del Mibtel, pur conservando multipli decisamente inferiori, sia rispetto ai competitor che in generale rispetto a quelli (medi) dell’indice. C’è da notare la frammentazione a livello settoriale dei titoli prescelti: un segnale che ormai, dopo oltre tre anni di mercati in salita, la selezione non può più avvenire con un semplice ambito settoriale, ma si lega a singole vicende aziendali, in termini di performance economiche e di ratio borsistici fondamentali.

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