Salgono a sei – alla chiusura di Borsa odierna – le società quotate a Piazza Affari con problemi di auditing. Dopo Tiscali, I Viaggi del Ventaglio, Eutelia e Sadi, oggi è stata la volta di Socotherm e Crespi, che non si sono viste certificare il bilancio 2008 dalle rispettive società di revisione. E, a giudizio degli esperti, altre bocciature potrebbero giungere nelle prossime ore, in vista della stagione delle assemblee per l’approvazione del bilancio, concentrate per lo più a fine aprile.
Le società di revisione devono infatti depositare la certificazione due settimane prima dell’assise. La prima a entrare nel mirino dei revisori è stata I Viaggi del Ventaglio, con Pkf Italia che lo scorso febbraio aveva dichiarato di non essere in grado di esprimersi sul bilancio consolidato del gruppo, chiuso al 31 ottobre 2008 in perdita e con un indebitamento di 20 milioni, “a causa della rilevanza degli effetti connessi alle incertezze”.
Martedì 14 aprile è la volta di Sadi, società milanese attiva nel settore delle bonifiche ambientali e della gestione dei rifiuti industriali: Deloitte&Touche, “a causa della rilevanza delle limitazioni”, non può esprimere un giudizio sul bilancio 2008. Sadi ha contestato il contenuto e le conclusioni della relazione, ritenendo di aver collaborato al meglio per consentire alla società di revisione l’emissione del giudizio. Mercoledì è la società di telecomunicazioni Eutelia, che ha chiuso il 2008 con un debito di 66 milioni, a comunicare che PriceWaterhouseCoopers non ha espresso giudizi sul bilancio, rilevando l’esistenza di un’incertezza relativa al concretizzarsi di alcuni eventi ipotizzati nel piano industriale “che potrebbe far sorgere dubbi significativi sulla capacità di continuare a operare sulla base del presupposto della continuità aziendale”.
Anche gli amministratori della società toscana hanno ribadito la loro piena fiducia sulla solidità delle ipotesi del piano e sulla realizzabilità degli obiettivi. A far più notizia è Tiscali che ieri mattina rende noto che Ernst&Young non è in grado di esprimere un giudizio sul bilancio 2008 per “le incertezze di rilievo” sulla continuità aziendale. Conclusione che il board dell’Isp sardo ha contestato, basandosi sulla realizzazione del piano industriale e sulla ragionevole probabilità di concludere un accordo con le banche nei tempi della moratoria. Oggi è la volta di Crespi, gruppo milanese che produce e commercializza materiali sintetici per l’industria: Mazars&Guerard non ha certificato il bilancio, a causa dell’incertezza legata all’esito delle misure allo studio per raggiungere l’equilibrio finanziario. Gli amministratori hanno ribadito invece la loro “piena fiducia” sulla realizzabilità degli obiettivi, ritenendo sussistente la continuità aziendale.
A stretto giro arriva il comunicato di Socotherm, l’azienda veneta di Zeno Soave specializzata nel rivestimento dei tubi per il trasporto di idrocarburi: secondo Ernst&Young “permangono delle significative incertezze di rilievo tale da non consentire di concludere sull’appropriatezza della prospettiva di continuità aziendale”. Ma il patron Soave ha ribadito “piena fiducia” nelle capacità dell’azienda di superare questo difficile momento anche attraverso la ricerca del partner strategico e la rinegoziazione del debito esistente. “C’è il rischio – commenta un analista finanziario – che per compensare una presunta generosità che ha caratterizzato l’attività di revisione negli anni scorsi, le società di revisione siano diventate ora più inflessibili.
Anche se, in alcuni casi, la situazione è oggettivamente difficile, invece, per esempio, le motivazioni per Sadi mi sembrano quantomeno discutibli – spiega – perchè è in utile e ha un rapporto tra debito e capitale proprio basso”. Di certo nell’attuale scenario economico la questione della continuità aziendale è diventata sempre più importante, anche alla luce del richiamo a un maggior rigore da parte dei regulator (Bankitalia, Consob e Isvap). Inoltre, lo scorso febbraio la Consob ha inviato direttamente ai revisori una comunicazione che richiamava alla massima attenzione e trasparenza, alla luce dell’attuale contesto finanziario. La comunicazione non introduceva obblighi di revisione aggiuntivi ma forniva nuovi indicatori per aiutare il revisore a identificare quegli eventi o circostanze che possano far sorgere dei dubbi significativi sulla continuità aziendale di un’impresa.