(9Colonne) – Trento, 1 giu – I privilegi immotivati esistono anche in Trentino. Si è presentato con questo biglietto da visita al Festival dell’Economia di Trento, Gian Antonio Stella, autore, insieme a Sergio Rizzo, del libro “La Casta”, che ha messo a nudo i vizi di un Paese diretto da una classe politica dedita agli sprechi. Del calderone della casta farebbero parte anche le autonomie, come ha ricordato, pur giocando “fuori casa”, anche oggi il giornalista del Corriere della Sera, a una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e il presidente dell’Università Innocenzo Cipolletta: “Non dico di abolire le autonomie con un tratto di penna – ha spiegato Stella – Ma senza dubbio ci sono delle cose che vanno riviste. Perché – ha affermato – un insegnante che vive in un paese separato dal Trentino solo da un ponte dovrebbe guadagnare la metà del collega che vive dall’altra parte?”. Ne è nato un acceso dibattito. Il presidente Dellai ha spiegato che gli insegnanti trentini hanno un contratto più vantaggioso perché svolgono più attività, lavorano di più: “Mi spiace – ha aggiunto Dellai – che si parli della nostra Autonomia confondendo le cose e usando sempre gli stessi luoghi comuni. Noi gestiamo ciò che la storia ha messo nelle nostre mani e lo facciamo con senso di responsabilità, usando esclusivamente le risorse che ci assegna la Costituzione. Siamo pronti al dialogo con tutti – ha proseguito – e siamo per un’autonomia allargata anche ad altre realtà regionali. Ma intendiamo consegnare intatta e se possibile migliorata questa eredità ai nostri figli”. Per “convincerlo”, Dellai ha regalato a Stella il volume della “Storia del Trentino” dedicato al Novecento e al processo di autonomia. “La spesa pubblica corrente qui – ha proseguito Dellai nella sua difesa – è solo lievemente superiore alla media nazionale; quello che è tre volte superiore è la spesa per investimenti, il che è indice, sotto ogni punto di vista, di buona amministrazione”. A mettere pace tra Stella e Dellai ci ha provato Cipolletta, che ha sottolineato come i modelli amministrativi non siano tutto, conta anche il contesto in cui si calano, “la maturità della società”. Stella ha riconosciuto che si fiderebbe molto di più ad “affidare un parco naturale al Trentino piuttosto – ha detto citando il caso ‘esemplare’ del sito archeologico di Selinunte – che alla Regione Sicilia”. Stella insiste sulla necessità di riformare nel suo complesso l’assetto del Paese e di rompere i processi di “chiusura a riccio” che alcune regioni e province autonome manifestano nei confronti di ogni ipotesi di revisione del loro status. “Perché il Friuli – ha chiesto Stella – che una volta era schiacciato sulla cortina di ferro ma che oggi si trova a essere in una posizione vantaggiosa rispetto ai nuovi mercati dell’Est, dovrebbe essere privilegiato rispetto alla provincia di Cuneo? Perché lì si parla un dialetto diverso? Ma anche a Cuneo c’è un dialetto”. Chissà se l’autore della Casta cambierà idea leggendo la “Storia del Trentino”.
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