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I petrodollari dei fondi mediorientali corrono in aiuto dell’Irlanda

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In Irlanda c’e’ un settore che potrebbe risollevare il paese dalla crisi del debito sovrano: si tratta dell’equitazione. Negli ultimi giorni alcuni ricchi fondi sovrani mediorientali hanno testato il terreno con la National Asset Management Agency irlandese per valutare la possibilita’ di acquistare hotel di alta gamma con un ampio terreno a disposizione da utilizzare come scuderia per cavalli. Lo hanno rivelato esponenti del governo di Dublino al Financial Times.

La mossa potrebbe dare un inaspettato impulso al mercato della razza equina, vera bandiera dell’Irlanda che ogni anno produce il 10% dei cavalli da corsa del mondo. La Nama e’ gia’ stata avvicinata da almeno due fondi sovrani interessati all’acquisto di alberghi. “Non sono interessati agli edifici come alberghi, ma come case” e il loro vero interesse risiede nel territorio circostante, “da usare come scuderia per l’allevamento dei cavalli”, ha detto il funzionario.

Il valore annuale di uno dei settore cardine dell’Irlanda e’ diminuito del 23% in due anni a poco piu’ di 900 euro, a causa di un brusco calo della domanda. Le vendite al pubblico di cavalli sono crollate del 60%. Ma i fondi sovrani mediorientali hanno fiutato le opportunita’ di guadagno, create proprio da tali ribassi.

Il settore e’ stato anche colpito dalla decisione del governo irlandese nel 2008, a seguito di pressioni da parte della Commissione europea, di rimuovere le esenzioni fiscali per le spese che interessano il mercato degli stalloni.

Da segnalare che un nutrito gruppo di uomini d’affari del Medio Oriente ha gia’ da tempo messo gli occhi sul settore, avviando operazioni di allevamento dei cavalli in Irlanda. Darley, di proprieta’ dello sceicco di Dubai Mohammed bin Rashid al-Maktoum, detiene sette fattorie nel paese. Suo fratello, Hamdan, ne ha una e il principe saudita Khalid Abdullah due.

La Nama sta cercando di trovare una maniera creativa per vendere terrenti e hotel perche’ in un periodo di piena crisi come quello attuale, la domanda langue.