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I PESSIMISTI BATTONO IN RITIRATA

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(WSI) –
L’ economia americana va meglio del previsto. Gli scenari apocalittici sul crollo del mercato immobiliare e sulla fuga degli investitori internazionali, invocati da anni, non si sono materializzati. I numeri su consumi, disoccupazione, perfino sul deficit pubblico e sul commercio estero, sono buoni. E così molti economisti gettano la spugna e indossano occhiali più rosa, alzando le previsioni di crescita. E aumentano i target, i livelli a cui pensano arriverà Wall Street a fine anno.

Orsi come Richard Bernstein di Merrill Lynch e Francois Trahan di Bear Stearns – esponenti del partito dei pessimisti durante gli ultimi quattro anni di rialzo – e Tori come Tobias Levkovich di Citigroup e Jason Trennert di Strategas Research Partners si ritrovano insieme a prevedere l’indice S&P500 a quota 1.600 punti entro fine 2007, più 12%. Il nuovo consenso rassicura chi guarda a Wall Street o deve invece mettere in guardia rispetto ai rischi di una nuova mentalità da gregge?

A sentire il panel di economisti che hanno parlato settimana scorsa al New York Foreign Press Center, il 2007 si profila come un anno relativamente tranquillo, con un’economia «Goldilocks» – nè troppo calda nè troppo fredda, ma «giusta» -, la Federal Reserve che non deve cambiare politica monetaria e la Borsa che sale meno del 2006, ma resta in buona salute.

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«La domanda dei consumatori tiene e il raffreddamento del mercato immobiliare non pesa sull’economia Usa così negativamente come temuto – ha detto John Lonski, capo economista di Moody’s investor service -. Il recente aumento delle richieste di accendere nuovi mutui segnala che il crollo del mattone non c’è stato e anche se persiste il rischio di una crisi, la situazione migliorerà dopo il secondo trimestre.

Anche il mercato del lavoro è molto robusto, e a meno che il tasso di disoccupazione non aumenti fortemente dall’attuale 4,5%, la Fed non taglierà il costo del denaro, perché non ne ha bisogno vista l’enorme massa di liquidità che circola sul mercato e che spiega perché i tassi a lungo termine restano così bassi». Lonski dubita che Wall Street ripeterà la performance 2006 perché la crescita dei profitti aziendali sta rallentando, ma sottolinea che la salute finanziaria delle società quotate resta buona, quindi l’agenzia di rating non prevede crisi dovute alla difficoltà di ripagare i debiti aziendali.

«Non ha mai pagato prevedere recessioni, di solito non ci si azzecca – ha commentato David Resler, capo economista di Nomura securities international -. L’economia Usa ha sopportato bene il petrolio oltre i 70 dollari nel 2006. Continuerà ad essere forte quest’anno, insieme al resto dell’economia globale». Il calo dei prezzi petroliferi intaccherà i profitti dei produttori di energia, ha osservato Steven Wieten, economista di Citigroup, ma farà migliorare quelli dei gruppi industriali: «Le loro azioni e anche quelle tecnologiche hanno le migliori potenzialità di rialzo».

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