Società

I GUFI SPIAZZATI
DAL TRE PER CENTO

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(WSI) – Nonostante il rallentamento produttivo dell’ultimo trimestre, dovuto soprattutto alla Fiat e al prezzo del petrolio, il rapporto tra deficit e pil italiano è rimasto nei limiti europei del 3 per cento. Le opposizioni, che da tre anni lanciano l’allarme sullo sforamento dei vincoli di Maastricht, sono state puntualmente smentite. Ma non demordono.

Vincenzo Visco è quasi patetico quando denuncia, per l’ennesima volta, e come sempre senza riscontri, “una probabile consapevole manipolazione effettuata a fini elettorali”. Insomma l’agognata ghigliottina europea non è scattata, il debito è sceso, l’occupazione è aumentata e il prelievo fiscale è diminuito di un punto.

I problemi, naturalmente, ci sono in tutta Europa, e sono problemi di crescita, non di tenuta dei conti pubblici (che comunque nel 2004 hanno visto i vincoli europei disattesi da una decina di paesi, a cominciare da Francia e Germania). La geometria economica su cui si era fondata Eurolandia aveva come pietra angolare la crescita trainante dell’economia tedesca.

Invece la Germania, che ammoniva l’Italia che il deficit al tre per cento significava “tre virgola zero zero”, oggi calcola i suoi disoccupati sopra i cinque milioni e ha da tre anni un deficit superiore a quel famoso 3. E non di pochi decimali. La Germania senza soldi riduce le importazioni, soprattutto quelle in beni di elevata qualità estetica ma non indispensabili che venivano dall’Italia.

La Francia, che ha un’altra struttura produttiva, ha tenuto meglio, ma per salvaguardare i suoi campioni industriali a partecipazione pubblica non ha esitato a sforare il deficit. L’Italia non può farlo, perché questo aumenterebbe il peso del colossale debito pregresso, e propone di modificare i criteri che costituiscono un freno alla crescita economica continentale. Ma l’opposizione, anche su questo, si mette di traverso, in nome di un europeismo acritico e, alla fine, autolesionista. A forza di dipingere la situazione in modo irrealisticamente catastrofico, di annunciare disastri poi smentiti, rischia di rendere credibile l’Italia berlusconiana in rosa.

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