Società

I DATI MACRO NON AIUTANO
I MERCATI AMERICANI

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I mercati americani proseguono sulla via dei ribassi ignorando la tornata di dati macroeconomici positivi.

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L’ISM servizi di novembre si e’ infatti attestato a quota 57,4, registrando un balzo in avanti dai 53,1 punti di ottobre e battendo le previsioni che volevano un indice a quota 54. Gli investitori sono ancora scottati dal dato deludente – e ben piu’ importante -sull’ISM manifatturiero, comunicato lunedi’ scorso.

Gli ordini alle fabbriche di ottobre, sebbene leggermente al di sotto delle attese, sono saliti per la prima volta in tre mesi, segnando +1,5%.

Si era rivelato positivo, ma era stato altrettanto ignorato dal mercato, il dato sulla produttivita’ del terzo trimestre, salito a +5,6%, contro le attese di un numero a +4,5%. (Su base annuale si tratta dell’incremento percentuale piu’ alto dal 1973).

A sconfortare i mercati le notizie sul fronte societario, visto l’arrivo di numerosi ‘warning’ dalle aziende e di una sfilza di ‘downgrade’ su titoli e settori. Si allarga dunque l’emorragia degli indici che ieri avevano archiviato una seduta decisamente negativa. Per il Dow Jones si tratta del terzo giorno di ribassi, per il Nasdaq, del secondo.

Gli investitori temono che il rally degli ultimi due mesi sia gia’ terminato e tornano a preoccuparsi sulla ripresa dei profitti e sulle valutazioni dei titoli.

Il commento di un operatore riassume i timori del mercato: “La ripresa dei profitti appare ormai posticipata – ha dichiarato Chris Carter, gestore di fondi per Investec Asset Management, citato da Bloomberg.com – ritengo che i prezzi titoli americani sia eccessivi”.

A deludere gli investitori sono stati in particolare gli annunci di revisioni al ribasso sulle vendite da parte del colosso informatico Hewlett Packard
(HPQ – Nyse) e della societa’ di distribuzione Federated Depertment
(FD – Nyse) e gli allermi utili del colosso dell’intrattenimento Walt Disney
(DIS – Nyse) e
dei gruppi software JD Edwards (JDEC – Nasdaq) e Manugistic (MANU – Nasdaq).
DIS e HPQ pesano particolarmente sul Dow Jones, cedendo rispettivamente il 6% e il 5,3%.

Tra le bocciature delle banche d’affari, pesano in particolare:

  • il ‘downgrade’ di Morgan Stanley su AOL Time Warner (AOL – Nyse)
  • la revisione al ribasso del rating su Juniper (JNPR – Nasdaq) da parte di Deutsche Bank
  • la bastonata di Raymond James su Merck
    (MRK – Nyse) –tagliato rating da da market perform a underperform.
  • la sforbiciata al giudizio sui settori semiconduttori (SOX) , infrastrutture per semiconduttori (SOX) , hardware (GHA) e prodotti elettronici arrivata da Morgan Stanley. Sui semiconduttori pesa anche il commento del Wall Street Journal, secondo cui i pressi dei titoli sono ancora cari vista la crescita lenta dell’industria.
  • il downgrade su alcuni titoli del settore archiviazione dati (GHA) da parte di Thomas Weisel Partners.
  • la nota negativa di Lehman Brothers sul settore servizi petroliferi (OIH).

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