Economia

HI-TECH DALL’ASTROFISICA

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(9Colonne) – Roma, 11 mag – Antenne “scritte” con l’inchiostro per eliminare le code alla cassa del supermercato. Velivoli teleguidati per il monitoraggio delle polveri sottili. Applicazioni apparentemente lontane dallo studio di galassie e buchi neri. Eppure, derivano direttamente da tecnologie molto spinte sviluppate originariamente per l’astrofisica. Ora, grazie al progetto Prisma (Progetto per l’Innovazione e lo Sviluppo nel Mezzogiorno delle Aziende), promosso dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e finanziato dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico, alcune competenze della ricerca di punta in Astrofisica sono state trasferite vantaggiosamente alle imprese del Mezzogiorno, creando altrettante applicazioni utili. “Prisma è un esempio concreto di come il denaro pubblico investito nella Ricerca, in questo caso nel settore dell’astrofisica, possa avere importanti ricadute nella crescita e nella competitività a livello internazionale delle industrie di alta tecnologia italiane, in particolare del Mezzogiorno”, spiega Nazzareno Mandolesi, direttore dell’Ufficio innovazione tecnologica Inaf. “Ne è un esempio il sistema di rilevazione delle polveri ultra-sottili, nato in ambito spaziale da una bilancia sofisticatissima che è attualmente in volo a bordo del satellite Rosetta dell’Agenzia spaziale europea. Sviluppato per analizzare la finissima polvere che compone la “coda” delle comete, è stato integrato, con le opportune modifiche, in un prototipo a bordo di un velivolo teleguidato, per fornire un controllo più accurato delle polveri prodotte dai gas di scarico delle automobili nelle città o per monitorare le emissioni prodotte da un incendio o un’eruzione vulcanica”. Risultati concreti e visibili, dunque. Prisma, che è stato avviato nel 2005 come prima azione pilota dell’Inaf per il trasferimento di tecnologie innovative di impatto sul tessuto aziendale del Mezzogiorno, ha avuto un costo complessivo di circa due milioni di euro.