Analizzando le operazioni di acquisto e vendita di titoli in borsa effettuate dagli ”insiders” (cioe’ i manager e i membri del consiglio di amministrazione) delle 10 aziende Usa leader nel settore hi-tech, si scoprono risultati che confermano l’ intonazione ribassista del mercato azionario americano.
L’ indagine, condotta dall’ analista finanziario Alan Newnman, riguarda, tra le altre, le seguenti aziende: Cisco, Amazon, Sun Microsystems, IBM, Hewlett-Packard, EMC, Dell, Yahoo e Microsoft.
Il risultato e’ netto: negli ultimi sei mesi 87 ”insiders” di societa’ operanti nel settore tecnologico hanno venduto azioni, e soltanto 3 hanno comprato.
Gli ”insiders” com’ e’ ovvio non hanno il dono dell’ infallibilita’, in termini di capacita’ di indovinare il giusto investimento azionario. Ma certo hanno un’ idea delle prospettive di redditivita’ e di apprezzamento in borsa del titolo della societa’ per cui lavorano, un’ idea molto piu’ precisa di quella degli analisti finanziari di banche e finanziarie che assegnano rating, come si sa, spesso fuori target.
In tutti i casi, bisogna aggiungere, le vendite sono state realizzate in un momento successivo al forte calo dei prezzi azionari a Wall Street, seguito al crollo del Nasdaq.
Simbolico il caso di Microsoft. Ai piani alti del colosso del software di Seattle, a quanto pare nessuno dei manager (compreso Bill Gates) sembra ritenere che il titolo Microsoft sia prezzato in modo equo, in questo momento.
Negli ultimi sei mesi, infatti, ben 21 degli ”insiders” della societa’ hanno venduto in totale 21,4 milioni di azioni.
Manager che nello stesso periodo hanno comprato titoli Microsoft: zero.