L’esuberante “corsa all’oro” sugli hedge fund alla fine sta rallentando.
Solo sei mesi fa, un’industria ottimista parlava ancora di tempi boom dal momento che grandi somme di denaro continuavano a confluire negli hedge fund sulla scia delle critiche condizioni dei mercati azionari.
Ma adesso, l’appetito degli investitori individuali sta diminuendo, le performance degli investimenti stanno calando e un numero crescente di boutique di fondi sta chiudendo i battenti.
Tremont Advisors, consulente sugli hedge funds, ritiene che circa 1.000 dei 6.000 fondi che ci sono al mondo potrebbero liquidare le posizioni il prossimo anno.
Nel frattempo, l’afflusso globale netto di capitali sugli hedge fund nel secondo trimestre del 2002 ha subito un rallentamento attestandosi a quota $4,6 miliardi, contro i $5,6 miliardi del primo trimestre, secondo quanto risulta dal CSFB/Tremont Hedge Fund Index.
Barry Colvin, presidente e capo degli investimenti di Tremont, ha detto che la chiusura di molte boutique deriva da un piu’ debole afflusso sui fondi e da una situazione disastrosa dei mercati azionari.
La volatilita’ del mercato, sostiene Colvin, sta guidando la crisi rendendo la vita difficile ai manager, che mettono in atto strategie di battaglia – come l’arbitraggio in occasione di fusioni societarie e di fondi che si muovono in occasione di eventi particolari sul mercato – e a quelli che cercano di gestire fondi piu’ piccoli. Inoltre alcuni investitori istituzionali hanno deciso di tenersi lontani dagli hedge fund finche’ lo scenario non sara’ piu’ chiaro, ha dichiarato Colvin.
Mentre i soldi immessi dagli investitori rappresentano soltanto una porzione del capitale degli hedge fund, alcuni osservatori dell’industria hanno previsto che i soldi provenienti dai fondi pensione e dalle assicurazioni guideranno la crescita nei prossimi due anni – soprattutto in Europa.
Tuttavia il flusso di investimenti in entrata non si sta materializzando cosi’ velocemente come previsto.
Huw Van Steenis, analista finanziario per Morgan Stanley, ritiene che sebbene gli investimenti su asset alternativi aumenteranno sul lungo termine, “la crescita dell’avversione al rischio e i consulenti d’investimento dovrebbero spingere verso l’adozione degli hedge fund da parte dei fondi pensione”.
Van Steenis aggiunge che la riluttanza degli istituzionali a investire risorse negli hedge fund e’ inoltre causata dalla volatilita’ dei profitti e dai limiti di capacita’.
In verita’, RMF, il fondo di manager di fondi che ha base in Svizzera acquistato da Man per una cifra record di $833 milioni quest’anno, ha assistito all’assottigliamento delle vendite dal momento che gli investitori istituzionali hanno optato per strategie di avversione al rischio.
Tuttavia Man ha raccontato una storia diversa al tempo dell’acquisizione avvenuta a maggio. Stanley Fink, amministratore delegato, ha infatti dichiarato che l’affare ha permesso a Man di compiere un salto in avanti in quel momento in cui gli hedge fund erano in una fase di crescita. “Ci sara’ una corsa all’oro nei prossimi cinque anno o giu’ di li’” aveva dichiarato.
Sei mesi piu’ tardi, le prospettive sono meno chiare. David Brownie, capo del gruppo finanziamenti di Man, ha dichiarato che l’incertezza dei mercati sta intaccando il flusso sui fondi: “le istituzioni non stanno esplorando nuove strategie d’investimento preferendo una gestione attendista”.
In verita’, mentre il broker di Man ha ridotto le stime sulle vendite per l’RMF da $1 miliardo a $100 milioni per il 2003, il braccio retail del gruppo ha continuato a mettere a segno forti perfomance – come dimostrato dal lancio vincente di un fondo da $670 milioni dedicato a questo settore della clientela la scorsa settimana.
Gli analisti sostengono che il successo riflette il desiderio permanente tra gli investitori di fascia alta di acquistare prodotti come hedge fund. Le vendite per questo tipo di prodotti sono previste a quota $4,2 miliardi per l’intero anno.
Le preoccupazioni per la volatilita’ del mercato potrebbero iniziare ad intaccare la fiducia degli investitori retail cosi’ come quella degli investitori istituzionali. Il professore Narayan Naik, direttore del centro delle ricerche sugli hedge fund alla London Business School, ritiene che gli investitori delusi abbiano iniziato a dirigersi verso posizioni cah o verso altri strumenti sul breve termine.
Altri sottolineano come la pressione sulle performance sia aumentata dall’esplosione di fondi che assumono posizioni corte e lunghe sul mercato guidati da professionisti che arrivano da altri settori d’investimento. “Il fatto che tu sia un buon trader di posizioni lunghe in una banca d’investimento, non vuol dire che tu sia un buon gestore di hedge fund” dichiara un osservatore.
Malgrado tali insidie, l’industria degli hedge fund sembra posizionata per crescere grazie alla sua performance migliore rispetto ai mercati. Quest’anno, fino ad agosto, il CSFB/Tremont Hedge Fund Index ha guadagnato lo 0,82%, mentre l’S&P500 ha ceduto il 20,21% e il World index ha perso il 17,23%.
“Sarebbe un errore leggere l’andamento degli ultimi mesi come un trend sul lungo termine – ha dichiarato Colvin – Il flusso sui fondi e’ diminuito, ma e’ da pochi mesi che si registra questo rallentamento. Ci aspettiamo un ritorno degli investitori”.
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Grafico delle performance nette del CSFB/Tremont Hedge Fund Index e dell’S&P Composite fino al 30 settembre 2002