Gli hedge fund, i fondi speculativi che possono regalare guadagni stellari ai loro investitori, ma che registrano anche rovinose cadute, tornano nel mirino delle autorità finanziarie internazionali. La Federal Reserve e la Sec, la Consob Usa, oltre alla Financial Services Authority (l’autorità di Borsa britannica) e alle controparti tedesca e svizzera, fanno il punto sui prestiti bancari agli hedge fund con le principali banche attive in questo segmento di mercato, denominato prime brokerage. Un incontro, spiega a Bloomberg News il commissario della Sec, Annette Nazareth, incentrato sul collaterale richiesto dalle banche a copertura dei propri prestiti agli hedge fund, notoriamente rischiosi. E che potrebbe portare a un aumento dei margini che le banche impongono ai prime broker, fra i quali figurano istituti come Goldman Sachs, Jp Morgan e Bear Sterns (quest’ultima dai servizi agli hedge fund deriva qualcosa come il 30 per cento del proprio utile). Una stretta, insomma, per evitare nuovi casi come quello del fondo Long-Term Capital Management, il cui tracollo, nel 1998, costringe la Federal Reserve a una complicata operazione di salvataggio. Il problema è che l’attività degli hedge fund risentirebbe negativamente dall’inasprimento che potrebbe scaturire dall’incontro svoltosi alla City di Londra, che strappa a New York lo scettro di capitale finanziaria almeno per i fondi speculativi, dopo la normativa più stringente decisa dagli Usa. I fondi speculativi a livello mondiale gestiscono circa 1.300 miliardi di dollari. E, secondo diversi osservatori, una diminuzione della loro capacità di prendere in prestito capitali comprometterebbe gli alti rendimenti che gli hedge fund sono in grado di generare per i propri sottoscrittori.
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