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Moneta, valuta e aggregati monetari

Guida al Forex 1° Capitolo | 1° Lezione

di Laura Naka Antonelli
26 Gennaio 2018 09:44

Per moneta si intende una unità di scambio generalmente accettata a livello globale, sotto forma di spiccioli e di banconote. Sinonimo di moneta è la valuta: viene emessa dai governi e circola all’interno dell’economia, come mezzo di acquisto di beni e servizi.

La valuta viene scambiata e il suo valore è determinato dai prezzi che si formano sul mercato, dunque dalla domanda e dall’offerta, o da attacchi speculativi. Altri fattori che concorrono alla formazione dei prezzi sono sicuramente le manovre messe in atto dalle banche centrali dei rispettivi paesi o aree.

Gli investitori e i trader scambiano le monete in piattaforme ad hoc: i cosiddetti mercati valutari, in cui i volumi di scambio sono tra i più alti al mondo.

L’Euro

L’Euro risulta una eccezione, in quanto è utilizzato come moneta da diversi paesi europei. Si tratta di quei paesi che compongono l’Eurozona (o ”area euro”) e l’Unione monetaria, che al momento conta 19 membri.

La politica monetaria di questi paesi è stabilita dalla Banca centrale europea (Bce), che ha sede a Francoforte. Il lancio ufficiale dell’Euro (che prende anche il nome di moneta unica) risale al 1° gennaio del 1999.

Categorie di moneta (aggregati monetari)

È esperienza comune che ci sono modalità diverse di fruizione della moneta, da quelle più intangibili alle banconote che abbiamo nel portafogli. Per questo sono stati individuate tre categorie, dette anche aggregati monetari. Sono le banche centrali a pubblicarli.

Aggregati monetari
Aggregati monetari (Immagine: Andrea Marzilli)

Per base monetaria si intendono tutte le banconote e monete  – considerate moneta legale – accettate come strumenti di pagamento e le riserve obbligatorie delle banche presso la Banca centrale. L’aggregato viene denominato anche con la sigla M0.

Su questo link si possono osservare i dati della Federal Reserve sull’offerta monetaria negli Stati Uniti.

M1, contante, banconote e spiccioli

La categoria di moneta, o aggregato monetario, M1 include tutte le forme fisiche in cui la moneta circola, dunque sia spiccioli che banconote. Si parla in questo caso di liquidità primaria, facendo riferimento a tutti i mezzi che possono essere utilizzati come strumenti di pagamento, dunque anche conti correnti postali e bancari e depositi a vista.

Gli economisti ricorrono a questa categoria per quantificare l’ammontare della moneta in circolazione.

L’M1 si riferisce ai componenti dell’offerta di moneta più liquidi e a tutti quegli asset che possono essere convertiti in valuta in modo semplice e immediato. Nel caso dell’euro, l’M1 oltre al circolante (monete e banconote) include i depositi in conto corrente che prendono il nome di depositi overnight della Bce.

M1 dell'Eurozona: trend a 10 anni
M1 dell'Eurozona: trend a 10 anni (Immagine: anonimo)

M2, contante e depositi bancari o postali

È il secondo aggregato monetario che include la moneta circolante e tutti gli asset inclusi in M1 più i depositi a risparmio postali e bancari.  Viene definita anche liquidità secondaria; la categoria include in generale strumenti di mercato a breve termine, come:

  • Repo (operazioni pronti contro termine, noti come Repo);
  • fondi di money-market non istituzionali;

In generale si riferisce a quegli asset che possono essere prontamente trasformati in cash.

L’M2 è una classificazione più ampia rispetto all’M1, in quanto, sebbene molto liquidi, gli asset che ne fanno parte non possono essere definiti cash o contante. Per la Bce, l’aggregato M2 comprende i depositi con scadenza prestabilita fino a 2 anni e i depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi.

M2 dell'Eurozona: trend a 10 anni
M2 dell'Eurozona: trend a 10 anni (Immagine: sconosciuto)

M3, fondi comuni, obbligazioni e pronti contro termine

È l’aggregato monetario più ampio, che combina tutte le monete che fanno parte dell’aggregato M2, oltre, stando alla definizione della Banca centrale europea:

  • le quote o partecipazioni nei fondi comuni monetari;
  • le operazioni pronti contro termine;
  • le obbligazioni bancarie con scadenza fino a due anni.

Per la Bce, l’aggregato M3 viene considerato più attendibile e stabile, dal momento che include tutti gli strumenti liquidi. La Fed ha invece smesso di pubblicare l’M3 nel 2006, in quanto il valore a suo avviso sarebbe meno importante dal punto di vista informativo.

Grafico M3 Eurozona, trend a 10 anni
Grafico M3 Eurozona, trend a 10 anni (Immagine: sconosciuto)

Moneta e liquidità

Si parla di liquidità come di una categoria che misura l’offerta di moneta: è costituita da tutti i fondi dell’M3 e si riferisce alla possibilità di un’attività finanziaria o reale di essere trasformata in moneta in tempo più o meno breve senza alcuna perdita di valore.

Per questo, a livello globale, ci si riferisce anche a bond di risparmio, ai titoli di stato che abbiano una scadenza inferiore a 1 anno, ai commercial paper e alle accettazioni bancarie, ovvero alle cambiali tratte con cui chi acquista un bene ordina alla banca di pagare per conto suo una determinata somma.

Si parla di liquidità in senso lato come dell’ammontare totale che è emesso da una banca centrale, a cui si aggiunge la nuova moneta che viene creata dalle banche commerciali attraverso l’erogazione di prestiti.