In questo capitolo verranno affrontati temi importanti che riguardano aspetti da avere ben chiari in ambito di educazione finanziaria se si vogliono effettuare investimenti nel mercato dei Bond, siano essi governativi o no, partendo dai concetti di base per chiarire come sono strutturati i titoli obbligazionari, per poi arrivare a definire nel dettaglio i vari metodi di misurazione del rischio.
I titoli obbligazionari i cui prezzi di contrattazione vengono calcolati senza tenere conto degli interessi maturandi prevedono l’aggiunta di una componente al prezzo stabilito al momento della stipula del contratto: il Rateo. È una porzione di cedola che si va ad aggiungere al prezzo dell’obbligazione ed equivale agli interessi, di competenza di chi vende, maturati sul titolo a partire dall’ultima data di stacco del coupon.
A determinare il valore del Rateo sono dunque tre elementi: l’interesse del periodo preso in considerazione, il valore nominale (face value) dell’obbligazione e i giorni maturati. Gli interessi in particolare sono uno dei concetti indispensabili da padroneggiare se si vogliono avere gli strumenti necessari per effettuare un investimento nel mercato dei Bond.
Corso secco e corso corrente
I bond che vengono negoziati al netto degli interessi si dicono a “corso secco” e sono i Buoni pliennali del Tesoro (BTp), i Certificati di credito del Tesoro (CcT) e le obbligazioni. In questi casi il prezzo non prende in considerazione la quota di interessi maturati fino a quel momento, bensì rispecchia il valore del capitale puro. Per corso tel quel, o corso corrente, si intende invece il prezzo risultante dalla somma del valore del capitale rimborsabile a scadenza e degli interessi maturati dall’ultimo stacco di cedola. In pratica, come spiega l’enciclopedia Treccani “è pari al valore attuale di tutti i flussi di cassa futuri derivanti dal titolo”.
Come calcolare gli interessi
Le modalità di calcolo degli interessi – ve ne sono almeno sei – si contraddistinguono tutte da un elemento: sono un sistema usato per determinare il numero di giorni intercorso tra due stacchi della cedola. Ogni mercato ha tuttavia una sua convenzione di calcolo dei giorni particolare.
La modalità 30/360 presuppone che vi siano 30 giorni in un mese e 360 giorni l’anno. La convenzione Actual/Actual (ICMA o ISDA) utilizza il numero effettivo di giorni del mese e dell’anno preso in esame nel periodo durante il quale vanno calcolati gli interessi. Per determinare gli interessi con il sistema Actual/360, per esempio, si prende il numero di giorni effettivi nel periodo di calcolo dei tassi, diviso per 360.
Il concetto può anche sembrare illogico in alcuni casi, come spiega bene anche Investopedia. Non per nulla, ci sono sempre 365 giorni l’anno, se si escludono chiaramente gli anni bisestili. Ma gli standard si sono sviluppati con il corso del tempo in modo da garantire che tutti seguano gli stessi princìpi quando un bond viene venduto tra due date. Con una modalità Actual/365 (Fixed), invece, si procederà prendendo il numero di giorni effettivi nel periodo di calcolo degli interessi – facendo la differenza tra data di partenza e data di conclusione – diviso per 365.
Come calcolare il rischio
Nel caso dei titoli sovrani per misurare il rischio conviene guardare alla durata e alla convessità della curva dei rendimenti. È importante conoscere la sensibilità di un determinato bond ai cambiamenti dei tassi di interesse, dal momento che la sensibilità di prezzo tende a incrementare di pari passo con il tempo che rimane prima della scadenza del bond. La durata è fondamentale nel portafoglio obbligazionario di qualsiasi gestore o investitore.
La durata di un bond zero-coupon equivale al tempo che rimane prima della sua scadenza. La durata di un bond è più bassa quando il tasso della cedola è più alto. A interessi della cedola costanti, la durata di un bond di solito aumenta con il tempo che manca alla scadenza. Ma non è sempre così. Nel caso di alcuni bond che sono venduti a un forte sconto (di almeno il 20%) rispetto al loro valore nominale, la durata può anche scendere.
La durata di una cedola è maggiore quando il rendimento previsto del bond è più basso. È un principio che si applica ai bond che prevedono una cedola variabile. Per i titoli zero-coupon, la durata equivale al tempo che manca prima della scadenza, a prescindere dal rendimento previsto fino alla data di scadenza.
Sfortunatamente calcolare solo la durata ha delle limitazioni, visto che in realtà il rapporto tra le variazioni di prezzo e un rendimento forma una curva convessa e non una linea tangente. Per porre rimedio si misura la curvatura delle variazioni di prezzo di un bond in rapporto alle variazioni dei tassi di interesse. Di fatto, la convessità serve per misurare il cambiamento nella durata in base alla variazione dei tassi di interesse.
I corporate bond garantiscono rendimenti più alti ma è importante saper valutare correttamente il rischio che si corre, prima di comprare. Per analizzare il rischio che corrono, gli investitori possono affidarsi al calcolo del rapporto tra il capitale e il debito e del rapporto tra Ebit (il risultato operativo pre tasse) e spese da interessi.
Se i tassi si dimostrano essere in salute, allora c’è una buona possibilità che l’impresa sarà in grado di pagare gli interessi e che le rimangano anche soldi a sufficienza per distribuire i profitti ai soci azionisti.