In Italia dal 1994, anno della sua nascita, i titoli del debito vengono scambiati sul Mot, il Mercato telematico delle obbligazioni che viene gestito da Borsa italiana (a sua volta controllata dal London Stock Exchange, la borsa inglese). Oltre ai titoli di Stato e internazionali, sulla piattaforma vengono scambiate obbligazioni convertibili, come bond societari, obbligazioni sovranazionali e Abs. Tra i titoli di Stato quotati sul Mot, oltre a quelli italiani, figurano quelli tedeschi, francesi, spagnoli, greci, austriaci e svedesi.
La piattaforma, l’unica regolamentata in Italia, si divide in due segmenti, DomesticMOT ed EuroMOT. Le due strutture utilizzano un sistema di liquidazione diverso tra loro.
Sul primo segmento sono infatti scambiati titoli di Stato italiani e altri bond liquidati con il sistema di liquidazione nazionale Monte Titoli. Nell’EuroMOT vengono invece esclusivamente negoziati bond che possono essere liquidati sui mercati esteri, come titoli di Stato stranieri, euro-obbligazioni della Repubblica italiana, bond sovranazionali ed Eurobond.
Eurobond
Sono obbligazioni che vengono emesse da paesi dell’area euro al posto dei titoli classici del debito pubblico. Al momento della collocazione gli Stati emittenti offrono all’investitore garanzie insieme o separatamente, in proporzione alla quota con cui partecipano al capitale della Banca centrale europea (Bce). Come ricorda l’enciclopedia Treccani “il termine indica anche obbligazioni emesse dalla BEI” (la Banca Europea degli Investimenti), “o da imprese private ma con garanzie fornite da istituzioni europee della UE, in particolare la BEI stessa, per finanziare investimenti in infrastrutture d’interesse comune”.
Come funziona il MOT
Il modello è quello over driven. Borsa Italiana lo definisce un sistema “in cui tutti i partecipanti al mercato (sia l’investitore retail attraverso la propria banca che l’operatore professionale) possono inserire la propria proposta di acquisto o vendita concorrendo direttamente alla formazione del prezzo”. Il mercato viene regolamentato costantemente da Borsa italiana, che monitora i prezzi delle proposte di contrattazione e dei contratti scambiati.
Le negoziazioni di strumenti finanziari del reddito fisso avvengono nella prima ora, dalle 8 alle 9, con la modalità dell’asta. Successivamente parte la cosiddetta contrattazione continua, che si protrae fino alle 17.30 che corrisponde anche all’orario di chiusura della Borsa valori, dove vengono scambiati i titoli azionari. “Durante la fase d’asta – si legge sul sito di Piazza Affari – i contratti sono conclusi ad un prezzo teorico, determinato al termine dell’asta, che massimizza il quantitativo scambiato mentre durante la negoziazione continua sono conclusi mediante abbinamento automatico delle proposte in acquisto e in vendita ordinate in base al criterio prezzo/tempo”.
Per calcolare il prezzo che verrà poi diffuso in via ufficiale di ogni singolo titolo negoziato, Borsa Italiana prende il prezzo medio ponderato dell’intera quantità dell’obbligazzione negoziata durante la seduta e lo mette a confronto di un prezzo di riferimento, calcolato invece come la media ponderata dei contratti conclusi durante gli ultimi 20 minuti della fase di negoziazione continua.
Gli ultimi contratti stretti sono importanti perché danno l’idea del trend e sono rilevanti anche in fase di monitoraggio, dal momento che consente alle autorità di controllare i prezzi delle ultime proposte.
Primario e secondario
La maggior parte delle contrattazioni sul mercato del reddito fisso avviene over-the-counter ed è composta dal mercato primario (dove un investitore compra le obbligazione emesse tramite il meccanismo di un’asta) e secondario (dove gli investitori comprano e vendono a e da altri investitori titoli già emessi). Anche se i media danno maggiore attenzione al mercato azionario, l’obbligazionario è in realtà molto più grande ed è fondamentale per il settore pubblico e privato, perché garantisce lo svolgimento delle operazioni in corso.
Sul primario aziende, governi e altre entità ottengono finanziamenti (prestiti) emettendo titoli del debito. Ci sono dei gruppi, come le banche d’affari, che si occupano della gestione della transazione, chiedendo in cambio una commissione per il lavoro svolto. Il lavoro degli ‘underwriter’ consiste nel fissare una forchetta di prezzo iniziale per un titolo e poi venderlo direttamente agli investitori.
Una volta concluso il collocamento iniziale, la palla passa al mercato secondario, che è il posto dove avviene la maggior parte degli scambi della seduta. Sul secondario sono invece gli investitori con le loro proposte e transazioni a stabilire i prezzi. Dal momento che gli investitori sono al contempo venditori e acquirenti, sono i livelli di offerta e domanda a determinare il valore dei titoli obbligazionari contrattati.
La volatilità sui mercati primari è spesso più alta rispetto al secondario, perché è più difficile fare una stima accurata della domanda degli investitori per un nuovo titolo. Normalmente ci vogliono almeno diversi giorni di trading per conoscere l’effettivo valore di una obbligazione.