Economia

Guerra Ucraina: quanto costa alla Russia ogni giorno

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I costi dellinvasione in Ucraina rischiano di pesare (e anche molto) sull’economia della Russia nei prossimi anni. Secondo Sean Spoonts, caporedattore della testata giornalistica militare SOFREP, la Russia spenderebbe circa 900 milioni di dollari al giorno per finanziare la guerra in Ucraina. In base a questa previsione, quindi, dall’inizio del conflitto il 24 febbraio scorso Mosca avrebbe speso oltre 66 miliardi di dollari.

Intervistato dal settimanale Newsweek, Spoonts ha spiegato che la stima si basa sui costi come i salari dei soldati impegnati al fronte, le armi, le munizioni e le riparazioni dell’equipaggiamento militare perso o danneggiato. Ci sono poi le spese per le armi più sofisticate come i missili da crociera, che costano circa 1,5 milioni di dollari l’uno.

Tutto questo senza contare gli effetti delle sanzioni economiche. Che per alcuni osservatori saranno avvertiti dai cittadini russi per i decenni a venire. L’Institute of International Finance, un think tank finanziario che rappresenta aziende in oltre 70 paesi, ha affermato che il prodotto interno lordo del paese probabilmente diminuirà del 15% quest’anno.

 Stime decisamente più negative rispetto a quelle di Mosca, secondo cui il Pil dovrebbe contrarsi tra l’8% e il 10% nel 2022, per poi riprendersi gradualmente dal 2023 attraverso “aggiustamenti strutturali”. Lo afferma la Banca centrale russa, prevedendo per il 2023 ancora una contrazione del 3% e poi una crescita tra il 2,5% e il 3,5% nel 2024. La Banca centrale ha inoltre tagliato il tasso di sconto dal 17 al 14% e prevede per fine 2022 un’inflazione tra il 18 e il 23%.

Russia, Rischio default

Senza contare il rischio default del debito, che a parere di molti analisti è inevitabile. Gran parte delle vaste riserve di valuta estera della Banca centrale russa detenute presso banche estere è stata congelata dalle sanzioni internazionali imposte in seguito all’invasione dell’Ucraina.  Le principali agenzie di rating sono convinte che questo spingerà  il Paese al primo default del debito estero dal 1917. 

La scorsa settimana, il Cremlino  ha effettuato pagamenti ai creditori di due obbligazioni sovrane russe denominate in dollari, con scadenza nel 2022 e nel 2042, del valore collettivo di 650 milioni di dollari. Un mossa che ha evitato per ora la bancarotta.

L’attenzione si sposta al 25 maggio, quando scadrà l’esenzione nelle sanzioni statunitensi che permette di effettuare pagamenti di obbligazioni sul debito sovrano russo da fonti autorizzate dal Tesoro, caso per caso. Due giorni dopo, il 27 maggio, diverse altre obbligazioni russe scadranno e, a quel punto, potrebbe essere più difficile onorarle.