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Guerra Fredda Germania – Usa: Merkel espelle il n.1 della Cia a Berlino

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BERLINO (WSI) – Il governo tedesco espellerà un rappresentante dei servizi segreti americani operativo a Berlino. Ad annunciarlo, il giorno dopo l’ennesimo scandalo che riguarda la Cia in Germania, è il presidente della Commissione del Bundestag addetta al controllo dei servizi segreti Clemens Binninger. A essere espulso dalla Germania sarà il funzionario che rappresenta i servizi americani a Berlino. Su questo provvedimento, nell’acuirsi dello scontro con Washington sulle rivelazioni del Datagte, circolavano indiscrezioni da ieri, quando è emerso un nuovo caso di spionaggio in Germania, con l’apertura di un’inchiesta della Procura su un secondo agente dei servizi tedeschi che avrebbe venduto informazioni agli Usa dopo essere stato assoldato dalla Cia.

MERKEL IN PRESSING

Con gli Stati Uniti «vedo una differenza di principi molto grande rispetto ai compiti dei servizi segreti dopo la guerra fredda» ha spiegato la cancelliera tedesca Angela Merkel, a Berlino, rispondendo a una domanda sul recente scandalo sullo spionaggio degli Usa in Germania. «Ci sono problemi enormi – non solo le sfide in Siria e con l’Isis – nella difesa dal terrorismo, che per me sono prioritari rispetto alla questione di spiarsi tra alleati», ha aggiunto Merkel, notando che nel periodo della divisione in blocchi contrapposti «in generale non ci si fidava degli altri Paesi”. Mentre «oggi, nel XXI secolo ci dobbiamo chiedere quali siano i compiti dei servizi’’, ha ricordato la cancelliera. «Ora abbiamo nuove minacce, asimmetriche e credo che in questi tempi, molto più imprevedibili, sia decisivo che si possa costruire fiducia tra gli alleati», ha concluso la cancelliera.

LA VICENDA

Una settimana fa la procura federale aveva disposto l’arresto di un 31enne dipendente dei servizi esteri tedeschi (Bnd) sospettato di aver venduto documenti riservati alla Cia. Obama era stato colto impreparato, su quel dossier, durante la telefonata con Merkel dello scorso giovedì. E la Casa Bianca si è dichiarata «frustrata» che la Cia – almeno a dar credito alla versione ufficiale – non avesse informato il presidente. Le acque, comunque, appaiono bel lontano dall’essersi calmante. Ieri un altro macigno è caduto nell’Atlantico, sollevando un’ulteriore ondata di polemiche. La procura federale tedesca ha diffuso infatti la notizia secondo cui anche una seconda persona sarebbe sospettata di aver passato documenti riservati ai servizi Usa. Al momento non c’è alcun arresto, ma la casa e l’ufficio dell’indagato sono stati perquisiti. Le informazioni sull’identità del sospettato restano contraddittorie: secondo alcuni media sarebbe un militare, per altri un dipendente civile del ministero della Difesa senza accesso a documenti di particolare segretezza. A scoprirlo sarebbe stato il controspionaggio militare (Mad).

RAPPORTI A RISCHIO

Certo è che questa notizia scuote ancora più profondamente i già provati pilastri dell’amicizia tra gli Stati Uniti e quello che, in teoria, dovrebbe essere l’alleato più importante in Europa. Per la prima volta in maniera così netta, il portavoce di Merkel, Steffen Seibert, ha parlato stamani di «profonde differenze d’opinione». Ancora più decisa la ministra della Difesa, Ursula von der Leyen: «Gli Usa devono ridefinire con noi una visione condivisa sulla nostra futura cooperazione». «Forte inquietudine» anche per il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier. «Sarebbe molto inquietante se andassero allegramente avanti con l’attività di spionaggio – ha avvertito in un’intervista – proprio mentre cerchiamo di finire il lavoro sulle intercettazioni dell’Nsa».